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Lavena-Ponte Tresa, sospetta corruzione: in manette il capo della Polizia locale

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In cambio dell’annullamento di sanzioni inflitte, o della derubricazione delle stesse sicché l’onere a carico del multato risultava inferiore, otteneva piccoli ma sistematici e tangibili benefici da parte dei commercianti sia fissi (negozio) sia ambulanti (per il tradizionale mercato che richiama clientela anche dal Ticino): così, almeno, recita l’addebito principale a carico di Stefano Ceratonio, 64 anni compiuti da tre mesi, originario di Bagheria in provincia di Palermo, dal gennaio 1999 comandante della Polizia locale a Lavena-Ponte Tresa, sul confine con Ponte Tresa, e in periodo più recente operativo con il medesimo grado anche nel contesto della convenzione con il limitrofo Comune di Cadegliano Viconago. All’uomo, tratto in arresto stamane da operatori della Guardia italiana di finanza (compagnia di Luino) e poi posto ai domiciliari, viene contestato un sostanziale sfruttamento della posizione professionale sia per agevolare alcune pratiche (in cambio del trattamento di favore in vari ristoranti: traduzione, pranzo gratis) sia per risolvere pendenze che del tutto fortuitamente fossero insorte per violazioni di vario genere (e qui la “dazione ambientale” proposta sotto forma di borse contenenti cibo).

In un caso, Stefano Ceratonio – che a Lavena-Ponte Tresa è un’istituzione, avendo egli operato nel territorio comunale sin dal giugno 1981 come agente sino al tempo della promozione; in precedenza, ruoli di Polizia locale a Varese (1978-1979) e nella vicina Bisuschio (1979-1981) – avrebbe accettato anche un regalo più “visibile”, nelle forme di una vacanza all’estero. Sottoposti a restrizione, con obbligo di firma, anche quattro commercianti che si sarebbero resi responsabili di collusione con il comandante la Polizia locale. Per contro, stando a primi riscontri i cui contorni restano tuttavia da definirsi, particolare puntigliosità sarebbe stata manifestata negli accertamenti a carico di operatori commerciali non propensi ad… aderire al sistema. Non sono per ora noti i tempi in cui si è sviluppata l’inchiesta, né si sa se all’origine dell’inchiesta vi sia una denuncia, ad esempio, da parte di persone che si siano sentite “taglieggiate”.