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Malpensa, sedia a rotelle imbottita di coca: finto paraplegico in manette

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Quando si dicono i miracoli: nella “zona arrivi” dell’aeroporto della Malpensa (Varese) giunge un uomo su sedia a rotelle a motore e con doveroso accompagnamento del personale a terra, indiscutibile la priorità nella fila verso l’uscita, ma al controllo qualcuno non è d’accordo e blocca il varco. Un caso di prevaricazione, di malgarbo, di mancanza di rispetto? Ohibò, stavolta no: a mettersi di traverso – e trattasi di vicenda fresca, ma già degna di transitare dalla cronaca alla storia – è un cane antidroga, nome Crai come la nota catena di supermercati, in servizio nello scalo quale unità della Guardia italiana di finanza. Crai dunque annusa, richiama l’attenzione dei colleghi, e genera un prodigio quale solo a Cafarnao – là, tuttavia, c’era di mezzo il sovrannaturale – s’ebbe a vedere, or è un paio di millenni: il soggetto dall’aria dimessa e sofferente scatta di colpo in piedi, per subitanea guarigione da un’… invalidità mai avuta, e magari avrebbe anche una mezza idea di allontanarsi alla rapida ma proprio non gli resta modo. Una ragione valida per dileguarsi quel tizio avrebbe ed anzi ha: dalla carrozzella, previo sbullonamento di un paio di flange, spunteranno 11 panetti di cocaina per un peso netto di 13 chilogrammi ed un terzo abbondante, controvalore teorico superiore al milione di franchi solo che la merce fosse arrivata sulle piazze di spaccio.

In manette il corriere, passaporto spagnolo, direttamente dalla Repubblica dominicana al sistema penitenziario tricolore in quel del carcere di Busto Arsizio (Varese); e no, improbabile che al tizio siano concessi soggiorni in infermeria per asseriti dolori agli arti inferiori. Per inciso: il carico godeva di uno straordinario grado di purezza. Quanto alla sedia a rotelle, nulla da obiettarsi: bel modello, e molto molto ben realizzato (come “caveau”).