(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 18.59) Il cadavere di una donna dell’accertata età di 65 anni è stato individuato stamane, attorno alle ore 10.25, in un edificio a carattere abitativo in territorio comunale di Morbio Inferiore, zona di via Campo sportivo. Da prime indiscrezioni sulla scorta di elementi acquisiti dai soccorritori è da presumersi una solida ipotesi di omicidio; per tale motivo consta essere stato fermato un 68enne cittadino italiano con domicilio nel Mendrisiotto, e presumibilmente residente nell’edificio; l’uomo è indicato come parente della vittima, per quel che risulta non consanguineo ma in stretto vincolo da affine e meglio, secondo ultima indicazione raccolta, un cognato. Da fonti terze si apprende anzi che il soggetto è rimasto all’interno dello stabile e, sùbito dopo il fatto, ha preso contatto con il figlio della vittima, attivando in tal modo i soccorsi; davanti ad agenti della Polcantonale e della Polcom Chiasso, anzi, l’uomo avrebbe già reso dichiarazioni spontanee e risposto a varie domande, in sostanza ammettendo responsabilità dirette nell’accaduto (a rigore dell’ultima nota diffusa dal portavoce della Polcantonale, tuttavia, “la posizione è al vaglio”).
La donna, cittadina italiana residente in Italia, è stata trovata nelle immediate vicinanze della porta di ingresso ad un appartamento, non si sa se all’interno dei locali o, come pare più probabile, sulle scale di collegamento tra piano e piano. Il decesso è stato constatato sul posto da operatori del “Servizio autoambulanza Mendrisiotto”; sul posto anche operatori dell’Ufficio federale dogana-sicurezza confini. In corso di valutazione gli aspetti circostanziali; nessuna indicazione è stata fornita né circa l’eventuale individuazione di un’arma (da escludersi nel caso in cui, come sembra ora, vi sia stata una spinta o una colluttazione all’impiedi), né circa le modalità del fatto di sangue; maggior chiarezza vi è invece circa i tempi, massimo mezz’ora prima dell’intervento delle forze dell’ordine. Sostegno psicologico è stato garantito da specialisti del “CareTeam Ticino”. Il “dossier” di inchiesta è nelle mani della procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis.