Home CRONACA Covid-19, decisione sensata (finalmente): da lunedì niente lezioni a scuola

Covid-19, decisione sensata (finalmente): da lunedì niente lezioni a scuola

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Appena ieri, durezza inspiegabile verso coloro che ai suoi occhi apparivano reprobi, rivendicazione petulante del ruolo dell’autorità di governo, sostanziale intimazione ad evitare le fughe in avanti (e, per quelli che le avessero già fatte, a tornare sui propri passi) perché in tal modo si alimenterebbe solo la confusione; e, tra le righe, mezza e sinistra promessa di future conseguenze giuridiche, escludendosi dal novero dei destinatari i soli genitori degli allievi. Oggi, come non detto e quasi non sembra nemmeno che la decisione giunga dal medesimo luogo: da lunedì, in forza dei rischi di contagio da Covid-19 tutte le scuole in Ticino (tutte, non solo quelle dei cicli post-obbligatori così come era stato deciso appena qualche giorno fa) rimarranno chiuse cioè, e per meglio dire, deprivate di programmazione didattica.

Azione e reazione – La decisione è giunta dall’Esecutivo cantonale, di fatto a ribaltamento della posizione tetragona (“L’obbligo di frequenza deve rimanere in essere, il mandato della scuola consiste nell’insegnare, le scuole dell’obbligo devono restare aperte, io voglio badare al risultato e non alle polemiche o ai giudizi”: il tutto documentato in intervista al “Corriere del Ticino”) assunta e mantenuta da Manuele Bertoli, titolare del Dipartimento cantonale educazione-cultura-sport; e, questo, non solo a distanza di una manciata di ore dall’esposizione di tesi rigorose ed indefettibili, ma addirittura il giorno precedente un preannunciato – e confermato – incontro fra lo stesso Manuele Bertoli e le autorità municipali interessate, sede quella in cui sarebbe stata da trovarsi una “soluzione condivisa”. Nei fatti, questo si ha: ieri una “decisione ragionata e dettata da persone altamente qualificate e specializzate” che faceva dire “no”, oggi “un’attenta e ponderata analisi” che comporta la quasi immediata adozione di tutto quel che sta nel campo del “sì”, e sempre su informazioni pervenute “dai responsabili sanitari” (che, si suppone, sono persone altamente qualificate e specializzate) e dopo consultazione con le autorità federali, con le autorità cantonali, con lo Stato maggiore cantonale di condotta e con il medico cantonale; a fianco dei nuovi provvedimenti restrittivi per le attività economiche, la scuola rientra pertanto nell’alveo dei servizi “non prioritari” al pubblico, con chiusura “resasi ora (ora? Ieri pomeriggio no?, ndr) opportuna e sostenibile grazie alla presenza delle altre (ed) imprescindibili misure di accompagnamento”. Laddove possibile, in pratica, docenti e personale rimarranno a disposizione per accogliere quegli scolari che a domicilio non dispongano di una presenza sufficiente di genitori e/o tutori, ferma restando anche la recente raccomandazione a non lasciare minorenni nelle mani di anziani in ragione della particolare vulnerabilità di questi ultimi.

Date e modalità – Il servizio di assistenza nelle scuole viene garantito con decorrenza da martedì 17 marzo; trasporto scolastico e refezione scolastica in regolare copertura nei giorni di martedì 17 marzo, mercoledì 18 marzo e venerdì 20 marzo, essendo giovedì 19 marzo giorno festivo; indicazioni sulla gestione nelle settimane seguenti saranno fornite direttamente ai responsabili degli istituti nel ciclo dell’obbligo, così come indicazioni meglio particolareggiate saranno elaborate e comunicate per ciò che riguarda gli asili-nido.

Inviti all’impegno – In attesa di capire quanto e come gli atti di responsabilità di vari amministratori locali abbiano influito sulle decisioni del Governo (le scuole sarebbero rimaste chiuse a Locarno, a Lugano, a Cadenazzo ed in parte del Malcantone con garanzia di assistenza parziale, a Monteceneri invece per conseguenza del blocco a tutti gli immobili comunali), sul piatto restano le considerazioni ed i suggerimenti con inviti al massimo sforzo per arginare il contagio, in particolare puntandosi ad evitare per quanto possibile “il contatto intergenerazionale tra bambini e giovani che finora potevano restare a scuola” e le persone per le quali sussistono rischi maggiori; intuitiva la lista, la soglia generica di età è data sui 65 anni, nel complesso è da cosniderarsi chiunque sia affetto da tumore o diabete o ipertensione o malattie cardiovascolari o malattie croniche delle vie respiratorie o malattie da cui risulta indebolito il sistema immunitario (e lo stesso discorso vale, ahinoi, per alcune terapie).

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