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Hockey / Rockets confusi, mezzo Lugano basta per la vendemmiata

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Ti senti un tantino vecchio quando butti un’occhiata ad un “roster” dell’hockey non solo un Bertaggia, e vabbè, da una vita sai che è Alessio figlio di Sandro, ma anche un Näser autore di due assist, ed è Jari nemmeno 19enne figlio di Andy, e con la maglia di una prima squadra di National league quel Nicolò Ugazzi che era un bòcia promettente negli “Under 15” del ValleVerzasca ma avendone al tempo compiuti 12, e nella scorsa stagione fu capitano degli “Under 20 elit” al Lugano, e replicherà cercando onore e gloria anche con la maglia bianconera dei grandi. Come e quanto corrono, ‘sti ragazzi, nella scalata al quarto blocco d’attacco ed al secondo o magari al primo cambio della difesa, ed appena hanno modo di farsi notare non esitano ad inserirsi. Insistiamo su Nicolò Ugazzi, difensore tascabile nel giro della Nazionale rossocrociata: oggi, nell’amichevole di esordio del Lugano a Biasca, un assist (41.44) per Matteo Romanenghi ed una firma personale (49.41) con l’apporto di Luca Fazzini e proprio del citato Jari Näser. Oggi l’onore, domani la gloria, si dice; ergo, auguri.

Di quel che sia andato in scena a Biasca, in BiascaTicino Rockets-Lugano amichevole agostana con tutti i limiti del caso, si può sensatamente raccontare poco: primo, perché i bianconeri hanno polarizzato un 7-1 con comodo proprio; secondo, perché i padroni di casa hanno preteso troppo dalle proprie energie, e pur nella rotazione degli effettivi e degli elementi in prova sono parsi sottotono rispetto al collettivo inchinatosi ieri solo nel finale (1-3, terzo goal subito a gabbia vuota) al cospetto dell’AmbrìPiotta. Gli è poi che i bianconeri si sono presentati con un solo straniero (Mark Arcobello) e con un organico da gruppo sperimentale, tante erano le assenze programmate compreso Sandro Zurkirchen portiere sicché alla difesa della porta hanno avuto spazio sostanzialmente equo il già conosciuto Niklas Schlegel, che tra cadetteria e massima serie è in circolazione dal 2011 almeno, ed il meno noto Davide Fadani, 19enne milanese con licenza svizzera per filiera bianconera oltre che nazionale azzurro di categoria, quale “back-up”; via, era l’occasione per riprendere contatto con il ghiaccio in termini agonistici, ma nulla di più.

Perlomeno, i 214 spettatori propostisi nei vari settori alla “BiascArena” si sono cimentati nell’impresa di familiarizzarsi con vari talenti in prospettiva cioè nel cercare di capire che cosa fosse in pista dall’una e dall’altra parte, quello è Tizio, quello è Caio, quello è MaiVisto, quell’altro sarà PattinaBene; sano divertimento, sano eppure per nulla condiviso da Stefan Müller tra i pali dei Rockets. Tabellino asciutto asciutto: 0.22, Romain Löffel, 0-1; 14.24, Sandro Bertaggia, 0-2; 26.21, Matteo Romanenghi, 0-3; 31.05, Riccardo Werder, 0-4; 39.51, Luca Fazzini, 0-5; 41.44, Matteo Romanenghi, 0-6; 46.17, Robin Schwab, 1-6; 49.41, Nicolò Ugazzi, 1-7. Tutto lì; ed è molto per i singoli, ed è un nulla per i collettivi.