Home CRONACA Il caso / Perde il pluricorse della Fart: 83enne multata senza pietà

Il caso / Perde il pluricorse della Fart: 83enne multata senza pietà

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Metti il caso di salire sul bus, ad una delle ultime corse della sera, e che al momento di timbrare il pluricorse tu scopra di averlo perso. Metti il caso che in quel momento arrivi il controllore, e che tu provi a spiegargli l’accaduto, cioè che avevi già in mano l’abbonamento e che probabilmente esso ti è cascato tra pensilina e predellino, ed a comprova mostri il pluricorse esaurito un paio di ore prima a copertura del tratto di andata su medesima tipologia di vettore, questo ho ancora nella borsetta o nel borsello e l’altro, guardi, purtroppo deve essere scivolato fuori. Che cosa vorrebbe la logica? Alla peggio, che tu sia costretto a pagare la corsa; alla meglio, che il controllore dica: “Ho capito, mi raccomando per un’altra volta”, e passi ad occuparsi di altro. Non così alle Fart, o meglio: in almeno un caso fresco e notiziabile, in casa Fart.

Accade infatti che una persona si sia trovata, diciamo l’altr’ieri per non dare troppi punti di riferimento a chi, all’interno dell’azienda, ora dovrebbe e meglio dovrà farsi carico di indagare sui comportamenti del personale, accade, dunque, che una persona abbia scelto di far uso di mezzi pubblici della citata Fart per una visita alla pronipotina, cioè alla creatura di cui ella è bisnonna; al che avrete capito che stiamo parlando d’un’anziana, tutt’altro che disprezzabile la condizione fisica, eccellente lo stato di prontezza mentale; anni 83, sesso femminile, per la precisione. L’anziana parte quindi da casa, timbra regolarmente, arriva a destinazione in nota località con affaccio sul Verbano (anche qui, tutto sappiamo ma non la serviamo così facile a chi, all’interno dell’azienda, ora dovrebbe e meglio dovrà farsi carico di indagare sui comportamenti del personale. Suggerimento: è un posto il cui nome si inizia con la “A” e finisce per “scona”), trascorre con la cuccioletta il giusto che fa piacere e che non disturba, saluta e va a prendere il bus di ritorno. Indi la sullodata 83enne sale a bordo, si appoggia (seduta, sì: è anziana, cerca di evitare i contraccolpi da scossoni perché il bus non è propriamente una scala di cristallo, volendosi citare di transenna un Langston Hughes a caso), aspetta quel “tot” di secondi che le permettano di muoversi senza rischio di finire lunga e distesa nel corridoio e si appresta per l’appunto a timbrare. Tasta qui, guarda là, il pluricorse non c’è più: o sparito in una tasca, o disperso nella già citata borsetta, o per l’appunto scivolato per terra nel passaggio da pensilina a predellino.
Si capisca anche lo stato d’animo dell’anziana: la quale spiega, illustra, chiarisce, prova ancora a cercare, mostra infine l’abbonamento esaurito con l’evidenza dell’ultimo viaggio compiuto, da casa al luogo il cui nome si inizia con “A” et cetera, sullo sfondo un’elementare considerazione così riassumibile: se io pago – come ho pagato – per il viaggio da quel punto a questo punto cioè dalla fermata sotto casa mia a quella sotto la casa della mia pronipotina, a parer di Vostra eccellenza Supremo controllore io sarei qui a frodare l’azienda di trasporti non pagando per il viaggio dal questo punto a quel punto, cioè dalla fermata sotto la casa della mia pronipotina alla fermata sotto casa mia, e ciò per deliberata mia volontà? No, ovviamente. Pardon: no, come è ovvio; ma sì, nella percezione del controllore, che si dimostra sensibile quanto un cofano in ghisa e non vuole sentire ragione. Anzi, proprio non ne sente nemmeno una.

Il finale? Roba alla poliziotto Hüber alias il Robocop elvetico, cortesia formale ma “Faccio quel mi ordina il padrone” e senza il buon cuore che alberga nel personaggio degli storici “Svizzeri” secondo Aldo Giovanni e Giacomo: utente pertanto costretta a pagare di nuovo il biglietto (e sino a qui si potrebbe essere anche d’accordo: il servizio è servizio), e con immediato sovrapprezzo di 90 franchi quale sanzione draconiana a carico della reproba. Questo il trattamento riservato ad una 83enne che, con spirito ecologico e per riguardo verso i familiari, aveva scelto di prendere il bus anziché farsi scarrozzare da una delle figlie o dal figlio: multa, ed il dispiacere di non essere stata creduta. Starà dormendo bene, in queste notti, il solerte controllore? E quand’avrà 83 anni, sempre che ci arrivi (cosa che gli si augura), egli sarà felice d’un trattamento alla stessa stregua, in caso il biglietto del bus gli sia caduto a terra, o al controllore di turno dirà d’essere un collega in pensione e tutto finirà in un’omerica risata con promessa di andare a bere un goccio, appena s’abbia tempo?