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Sparò per salvarsi dai rapinatori: prosciolto. Ed ora gli si dia un encomio

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Cinque settimane or sono, un tentativo di rapina perpetrato da delinquenti abituali e che non esitarono a ricorrere alla violenza; l’arresto dei membri del gruppo ebbe luogo con un intervento complesso – ed in due fasi – delle forze dell’ordine. Ci scapparono due colpi d’arma da fuoco, entrambi usciti dall’arma di un agente della Polcom Lugano; agente ora scagionato in tutto e per tutto, nei procedimenti che erano stati attivati a suo carico. Perché scagionato? Perché agì esattamente come bisognava agire, anzi, con prontezza di riflessi, evitando in tal modo conseguenze per sé e per gli altri. Così sta scritto, su firma di Andrea Pagani procuratore generale; ed ora ci si aspetta, come minimo, che il poliziotto sia ricevuto a Palazzo civico e premiato. Sissignori: un encomio, in cerimonia pubblica, e con la gratifica. Non è un suggerimento; è una pretesa.

Circa i fatti si è scritto, più volte, nell’immediatezza dell’accaduto ed ancora nei giorni successivi: martedì 2 luglio, assalto di quattro criminali alla gioielleria-orologeria “Taleda” in via Pessina a Lugano, arrivano due effettivi della Polcom Lugano che stanno pattugliando il centro storico a bordo delle biciclette, banditi dentro il negozio ed agenti fuori, nel frattempo l’afflusso di altri elementi delle forze dell’ordine. Quanto avviene sùbito dopo all’esterno del punto-vendita diventa anche oggetto di riprese con il telefonino da parte di privati cittadini; si odono due colpi di pistola, a distanza l’uno dall’altro, tre dei quattro malviventi sono bloccati nello spazio di pochi metri, un altro si dilegua ed arriva sino a via Cattedrale ma è corsa illusoria, e difatti anche ai suoi polsi scattano le manette dopo inseguimento. Tutto sarebbe risolto, per il fatto in sé, se non fosse che la legge impone di verificare se i colpi siano stati esplosi – scriviamo così per comodità di comune comprensione – in modo “funzionale” alle esigenze; c’è sempre di mezzo, ecco, la cosiddetta “proporzionalità”, tema su cui peraltro si dovrebbe ridiscutere a lungo, ma non in questa sede. E la parola del procuratore generale è ora questa: abbandono di ogni procedimento, in ispecie con riferimento ad ipotesi di reato che si strutturavano nell’esposizione della vita altrui a pericolo e/o nelle tentate lesioni gravi e/o nel tentato omicidio intenzionale; ciò “sulla scorta di una minuziosa ricostruzione dei fatti, (ricostruzione) basata su interrogatori, filmati dell’accaduto e attento esame degli atti”. Come segue:

a) primo caso, a rapina in corso e mentre tutti e quattro i delinquenti si trovavano all’interno del negozio: dalle immagini della videosorveglianza interna della gioielleria e dalle dichiarazioni delle persone coinvolte risulta “perfettamente accertato” il fatto che l’agente di polizia “ha sparato un secondo dopo che uno dei rapinatori (…) gli aveva puntato addosso una pistola” da distanza stimabile attorno al metro, e questo tenendo “il dito sul grilletto” dell’arma. Ergo, “era in essere una minaccia ingiusta di un’aggressione imminente alla vita” del poliziotto, il quale “ha pertanto agito per legittima difesa esimente”. A margine: il colpo fu deviato da un vetro antiproiettile e nessuno rimase ferito:

b) secondo sparo, durante la colluttazione in via Pessina: accertato il fatto che tale colpo “è partito inavvertitamente nel contesto del corpo a corpo, quando il rapinatore ha alzato un braccio per ripararsi urtando con la mano la pistola impugnata e/o la mano dell’agente”. Il quale ha agito dunque senza dolo, nemmeno eventuale: “Per questa seconda fattispecie – scrive dunque il procuratore generale – non risultano adempiuti gli elementi soggettivi dei reati ipotizzati”. Cioè il nulla del nulla, con una considerazione a sovrammercato: in assenza di decessi e/o di feriti, per una questione di logica, non entrano in linea di conto gli addebiti per omicidio colposo o per lesioni colpose.

Questione quindi fuori dalle aule di via Pretorio, ed auspicabilmente destinata ad attraversare la strada in direzione di piazza Della Riforma. Aspettiamo solo le adesioni da parte di sindaco e municipali, ad uno ad uno, per il giusto premio al poliziotto.