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Seborga rimane… luganese: Nina Menegatto succede al marito

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Dal consorte alla consorte, ma con percorso democratico e dunque tutt’altro che dinastico. Si è dovuta sudare questa corona, Nina Döbler Menegatto da Kempten (Baviera, Germania), 41 anni compiuti nella settimana precedente, da domenica a capo – prima donna nella storia; ma era già stata consigliera della Corona dal 2010 all’anno corrente – del Principato di Seborga, autoproclamata nazione indipendente che trovasi in territorio italiano, provincia di Imperia, Bordighera l’approccio sul mare, distanze chilometri 19 da Ventimiglia e chilometri 26 dalla frontiera italofrancese: successo alle urne, 122 i consensi piovuti su colei che dunque raccoglie il testimone lasciato – per dimissioni – dal marito Marcello I Menegatto, cittadino svizzero in Lugano con natali a Lecco. Ferma a soli 69 preferenziali, ovvero quasi doppiata, l’antagonista Laura Di Bisceglie, personalità notevole e fortemente evocativa: diverso il cognome, eppure trattavasi e trattasi della figlia naturale di Giorgio Carbone, meglio noto quale Giorgio I, ideatore del Principato di Seborga e rivendicatore dell’indipendenza dall’Italia per ormai note pretese storiche risalenti al 1729 (niente registrazione della vendita del territorio ai Savoia, niente giurisdizione altrui, niente incorporazione nel Regno di Sardegna, nessuna trasmissione alle realtà in cui il Regno di Sardegna si sarebbe trasformato). Sul totale di 247 aventi diritto al voto, 195 i seborghini presentatisi alle urne; rilevate una scheda bianca e tre schede nulle.

A quella che di fatto è stata la quarta tornata elettorale nei 56 anni del “nuovo” Principato di Seborga (Giorgio I Carbone, 14 maggio 1963-25 novembre 2009; Marcello I Menegatto, 25 aprile 2010-22 aprile 2017 e 23 aprile 2017-10 novembre 2019; Nina I Döbler Menegatto, ora), tra l’altro nel decennale dalla morte del primo principe (fra due settimane la ricorrenza), i seborghini erano giunti dopo vicende tumultuose, sempre detto con rispetto della proporzione delle cose: il principe, nella vita imprenditore con molteplici interessi lontano dal paese, si era dimesso informalmente ad aprile 2019, un po’ per esigenze lavorative, un po’ per stanchezza dovuta agli attacchi personali portati da sedicenti pretendenti – nella persona del 49enne Nicolas Mutte, alias Nicolas I, consta persino la presenza di un principe “parallelo” per autodesignazione… – ed un po’ alla luce di contestazioni a tratti sconfinate nel “gossip” (una presunta relazione con la stilista Sofia al Asfoor, in particolare, già nel febbraio 2018). Il rapporto fra i coniugi, a quel punto, sembrava essersi interrotto e nei termini perentori che ciascuno può immaginarsi. Quando la separazione – dopo un matrimonio durato 25 anni – pareva ormai irrimediabile, breve fase di riavvicinamento e di dialogo, ed a luglio 2019 la nascita di una bimba, Maya.

Anno magico insomma, il 2019, per Nina Döbler, tra maternità e conferma del consenso tra i… sudditi. Intenti: modernizzare gli statuti; riaprire l’officina monetaria ossia zecca (che fu autorizzata fra il 1666 ed il 1689) e coniare ancora, come valuta per l’uso corrente, quel “luigino” – controvalore fisso a sei dollari Usa – che è moneta di qualche interesse numismatico; dare forza alle ricerche storiche che attestino – tale l’auspicio – quell’indipendenza pretesa e che al momento rimane nel limbo. In più, progetti di valorizzazione turistica ed imprenditoriale. Buon lavoro, principessa.

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