Home CRONACA “Grounding” del vettore, resta una chimera la tratta Lugano-Zurigo

“Grounding” del vettore, resta una chimera la tratta Lugano-Zurigo

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 7.22) Signori, si replica. Per altri due giorni almeno, vale a dire oggi giovedì 26 settembre e domani venerdì 27 settembre, in aggiunta ai due trascorsi, l’aeroporto di Lugano-Agno rimarrà privo di collegamento sull’unica tratta “fissa” da e per Zurigo: sempre in “grounding” quasi totale è infatti la compagnia slovena “Adria airways”, a corto se non a secco di liquidità ed alle prese con un forse insormontabile problema di ristrutturazione del debito, e nessuna alternativa viene offerta per la stragrande maggioranza delle linee gestite direttamente o per assegnazione da terzi, come è nel caso dei residui quattro voli quotidiani in andata ed in ritorno dallo scalo ticinese. Che ieri, in attività, è stato, grazie ai collegamenti infrasettimanali della “Silver air” con Lussino in Croazia e con l’Isola d’Elba in Italia; si vedrà, a questo punto, se entro sabato qualcosa sarà stato sbloccato.

Quel che è certo, da Lugano-Agno riceveremo oggi, quale massima informazione, le condizioni meteo (ultimo ragguaglio: 15 gradi centigradi, umidità 93 per cento, vento da nord-nord-ovest alla velocità di due metri il secondo) e forse un bollettino ispirato alla speranza. Si resta tutti sotto scacco – tutti: dipendenti dell’aeroporto, tecnici, passeggeri – e non esiste un interlocutore “vero”, credibile e disposto almeno a fornire risposte non anodine. Quale prova della volontà di giungere ad una soluzione positiva del caso, dalla “Adria airways” fanno sapere che l’operatività rimane garantita da Lubiana “verso il nostro più importante “hub”, cioè Francoforte”; molte grazie, ma questa suona come una forma di autotutela per evitare la revoca immediata della licenza, revoca che in ogni caso resta pendente sino a mercoledì 2 ottobre, quando la dirigenza della compagnia aerea dovrebbe fornire garanzie e la prova di una robusta iniezione di denaro nelle casse esauste. Nulla è impossibile, eppure il “focus” delle comunicazioni si è già spostato verso un campo diverso rispetto a quello frequentato sino all’altr’ieri: prima era in ballo una ricapitalizzazione nel senso dell’afflusso di denaro da nuovi soci, ora la sintesi verte su colloqui “con potenziali nuovi proprietari” e “con i maggiori creditori”. Dai secondi, per ottenere dilazioni e sconti sul dovuto; dai primi, nel caso ci fossero, per rilevare un “prodotto” dalle sicure potenzialità su alcune tratte (dai Balcani verso il Centroeuropa, in verità, non manca la concorrenza) ma con zavorra la cui entità non è stimabile. Vale per la compagnia aerea quel che si recita per i passeggeri: in eccedenza di peso del bagaglio, o si paga o non si vola. E non si vola; né, si permetta la previsione, si volerà più con una “Adria airways” cui i fornitori dei velivoli hanno avviato procedure per l’interruzione dei noleggi. Il che, in chiave puramente utilitaristica e magari anche un po’ cinica, non dovrebbe costituire motivo di soverchio interesse per la clientela sulla tratta Lugano-Zurigo: la concessione federale è difatti pertinente alla “Swiss”, ed alla “Swiss” stanno onori (la gestione del volo) ed oneri (la garanzia del collegamento, il che non è al momento dato).

Qualche pagina datata del taccuino ci ricorda inoltre che, sulla conduzione operativa del servizio, la “Adria airways” giunse solo in seconda battuta: sino a fine ottobre 2018, il subappalto – chiamiamolo così – era nelle mani della “Austrian airlines”, con i velivoli “Bombardier Dash 8” da 76 posti; ma alla “Swiss” pensarono che la “Adria airways” avrebbe costituito soluzione migliore per ragioni di redditività ossia di economicità, e difatti, nel volgere di tre settimane dall’annuncio, nel cielo sopra Lugano-Agno incominciarono a fluttuare i “Saab 2000” da 50 posti, e sembrò l’inizio di una nuova avventura con il “Taking off to the future” che è poi il “pay-off” della compagnia slovena. La scaramanzia – e si sa quanto la scaramanzia sia presente nel mondo aviatorio – indusse tuttavia qualcuno a storcere il naso: giravano infatti gli stessi aerei già transitati sotto le insegne della “Darwin airline”, e si sa quale fu la fine della “Darwin airline”. Cose tristi, almeno quanto lo scenario che si profila: alla “Swiss” sostengono infatti di non avere proposte utili, che tra tutti i “partner” conosciuti non ce n’è uno con caratteristiche adeguate ad intervenire come sostituto della “Adria airways”, che insomma un “piano B” non esiste. Grave errore di sottostima dei rischi, o scelta strategica per l’eutanasia dello scalo ticinese, e guarda un po’ quale manina santa manda a picco la “Adria airways” proprio nel momento in cui la cosa viene utile in ragione della crescente concorrenzialità della rotaia?