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Calcio Dna / Uno sprazzo e via, il Lugano si serve vittoria e rilancio

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Allo Youngboys, si ammetta, un punto era stato perso per strada; ed ancora a sette minuti dal 90.o, contro il Lucerna, si rischiava oggi di lasciarne due, e di inficiare il cammino verso una serena e ben precorsa salvezza nella massima serie di Cheupalla che sarebbe poi la breriana Eupalla in declinazione elvetica, e di sganciare il proprio vagone dal treno per l’Europa (che, santa pace, è un obiettivo non necessario ma possibile). Poi capitò che l’unico Hailé Selassié vero tra Cornaredo e Piano Stampa – a proposito, e fuori contesto: quali nuove dal sedicente principe erede del Negus Neghesti, a suo tempo incarcerato alla “Farera”? -, vale a dire il signor Maren con tale cognome centrocampista da Zurigo ma quivi giunto dopo peregrinazione fra Rappi, Xamax, Wil e di nuovo Xamax, si fece imbeccare mirabilmente da Sandi Lovric e fece quel per cui è pagato, cioè metterla dentro. 2-1, risultato poi difeso e guardate un po’: in graduatoria, due lunghezze recuperate sia sul Basilea sia sullo Youngboys, costretti amendue a pareggi per 3-3 rispettivamente dal Sion e dal San Gallo. Insomma, difficile il desiderare di più, e difatti ci si contenta. Prima di quell’atto di forza che peraltro rende giustizia circa la differenza di valori in campo, ché il Lucerna sta ad arare il fondo e durerà fatica per venir fuori dalla fanghiera, Lugano ragionevole padrone del campo e con varie occasioni che avrebbero dovuto indirizzare la partita verso più agevole successo. Per dire: la traversa colta da Mijat Maric con un colpo di testa a sassata (28.o); una conclusione (54.o) di Zan Celar; le palle inattive, sette o otto – calci d’angolo compresi – quelle che da cui si sarebbe aspettato uno sviluppo utile per far scaldare le mani ai 2’959 allineatisi a sostegno dei bianconeri.

Ma c’era stato, prima, il pareggio del Lucerna con un lampo di Mohamed Dräger, sullo scadere del primo tempo e difatti annotasi il goal al 45.o più recupero, spiace ma Amir Saipi titolare a difesa della porta parve nella circostanza una copia del peggior Noam Baumann, mezza cappellata uguale rete incassata. E prima ancora – oggi ci va di raccontare riavvolgendo il nastro, embè? – il vantaggio dei padroni di casa al minuto 20, roba da Ridolini al di là del beneficio conseguito, nel senso che prima sparò Zan Celar e su di lui respinse Marius Müller, poi provò a metterci un piede Sandi Lovric ma tra alluce e pallone passò un fiume di aria, errore di controllo uguale finta involontaria per Marco Burch che avrebbe potuto liberare o almeno allontanare, insomma ecco spuntare Numa Lavanchy e pensate un po’ quali invettive gli avremmo tirato sul coppino se la sfera fosse stata sospinta fuori bersaglio. Andò bene, e fu la base di una vittoria nel cui quadro, di transenna, citasi anche l’esordio del neoacquisto Kevin Rüegg allo scoccare dell’ora, giusto il tempo della sgambata e di incominciare a capire come spiri il vento oltre la sponda ricca del Cassarate.

I risultati – Servette-Losanna 1-0; Grasshoppers Zurigo-Zurigo 1-3; Basilea-Sion 3-3; Lugano-Lucerna 2-1; San Gallo-Youngboys 3-3.

La classifica – Zurigo 46 punti; Basilea 37; Youngboys 36; Lugano 33; Servette 28; Sion 25; Grasshoppers Zurigo 23; San Gallo 20; Losanna 12; Lucerna 11.