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Ticino, saltano le Comunali di aprile. Se ne riparlerà fra un anno

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 15.59) Impossibile, causa Covid-19, il garantire un pieno accesso dei cittadini ai seggi; impossibile il garantire la sicurezza sanitaria degli operatori; impossibile il garantire un adeguato rispetto di distanze al tempo dello spoglio; inadeguati i tempi (pregressi e prossimi) del confronto per la formazione di un’adeguata coscienza politica sui temi primari in àmbito locale, con il che si chiude il cerchio anche sull’aspetto etico. Quanto basta, avanza e sovrabbonda per arrivare ad una decisione quale i membri del Consiglio di Stato ticinese, per tramite di Norman Gobbi direttore del Dipartimento cantonale istituzioni, hanno pronunciato a mo’ di sentenza sulle Comunali di aprile 2020: le quali vengono non rinviate, ma annullate “tout court”. Inesistenti, abbattute, azzerate, cancellate dal calendario come un qualunque “Tour de Romandie” ciclistico o come il “play-off” dell’hockey di massima serie, un tratto di penna e via; ergo, le Comunali con richiesta di consenso alle urne ci saranno, ma solo nell’aprile 2021, e da rifarsi risulterà l’intera procedura.

Dal novero, è vero, rimangono esclusi i Comuni nei quali le elezioni hanno luogo in forma tacita (non sussiste infatti necessità di intervento); sarà inoltre da valutarsi, nel corso dell’estate, quel che concerne i costituendi Comuni di Verzasca e Tresa, entrambi da aggregazioni multiple. Ovvero: in landa malcantonese, dove entra in gioco il “puzzle” futuro tra Croglio, Monteggio, Ponte Tresa e Sessa, come da annuncio dato già a fine novembre scorso i cittadini sarebbero stati chiamati al voto nel fine-settimana culminante su domenica 18 ottobre per Municipio e Consiglio comunale, ed in quello su domenica 15 novembre per la funzione di sindaco; analoga data potrebbe a questo punto valere (ma, si ripete, servirà una riflessione nel momento in cui avremo visto tutti insieme una luce in fondo al “tunnel”) per il cosiddetto “nuovo cuore” del Cantone, ossia l’incontro definitivo fra Brione Verzasca, Corippo, Frasco, Sonogno, Vogorno, parte di Cugnasco-Gerra e parte di Lavertezzo. Interessati, in questo contesto, 3’300 abitanti circa nel primo caso ed 850 nel secondo.

Agevolmente desumibile la traduzione di questo atto, in battuta di riscotnro: gli Esecutivi ed i Legislativi in essere rimangono nel pieno delle funzioni, e la prossima legislatura si esaurirà all’ipotizzata scadenza naturale, sicché non su quattro ma su tre anni – che diventerebbero circa tre e mezzo per Tresa, se restasse valida la modalità di cui sopra – opereranno i futuri amministratori pubblici, analogamente a quanto avvenuto in caso di altre elezioni “in rottura”. Alla “straordinarietà della situazione” ha fatto riferimento Norman Gobbi, direttore del Dipartimento cantonale istituzioni, parlando dalla sala-stampa (deserta, giornalisti da oggi tenuti a distanza per esigenze di profilassi, domande solo per iscritto: sacrificio sopportabile per cause di forza maggiore) di Palazzo delle Orsoline a Bellinzona; a fianco del consigliere di Stato, nella circostanza, Marzio Della Santa, caposezione Enti locali. Lodi generalizzate a sindaci, municipali e consiglieri comunali, impegnati in questi giorni su un fronte che alcuni consideravano inimmaginabile ancora un mese fa. Per ora, occuparsi del presente e dell’immediato futuro.

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