Se sapessero parlare e leggere in lingua italiana, in un modo o nell’altro verrebbero a conoscenza del fatto che nelle cronache dei quotidiani, a cadenze irregolari ma con indubbia frequenza, di quel trucco si racconta perché qualcuno viene beccato e denunciato; nulla conoscendo, né del contesto né del “test” cui si sottopongono, insistono nel cercare una via più comoda e puntualmente si mettono nei guai. Allo sbaraglio, ed ora denunciati, ben quattro tra i soliti avventizi dell’esame per la licenza di guida, tutti presentatisi nelle ultime due settimane a tentare la prova scritta in quel di Como; l’ultimo caso proprio ieri mattina, per l’appunto nei locali della “Motorizzazione civile” in via Mariano Tentorio, dove si è presentato un 20enne egiziano senza né arte né parte ma con dotazione delle ormai note apparecchiature radioriceventi, cioè della strumentazione grazie alla quale un altro soggetto, dall’esterno, avrebbe risolto i “quiz” per conto suo. Gli ispettori della “Motorizzazione civile” hanno aspettato che il giovanotto giungesse a conclusione della prova ed a quel punto hanno fatto un cenno agli agenti della Polizia di Stato; a seguire, perquisizione e scoperta di un sistema di comunicazione “bluetooth” nascosto tra felpa e cappuccio. Conseguenza numero uno: denuncia. Conseguenza numero due: “test” annullato, e prospettive di futura patente ridotta al lumicino.