Home CRONACA Filo di nota / Vaccinati “indigeni”, okay. Sui frontalieri, nulla?

Filo di nota / Vaccinati “indigeni”, okay. Sui frontalieri, nulla?

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Il Ticino in adattamento all’esigenza con centri vaccinali fissi e con un possibile ricorso a soluzioni topiche, il Ticino che “spinge” per incrementare la sensibilità e la risposta soprattutto nelle fasce più sensibili per età e/o per patologie, il Ticino in cui si azzerano i nuovi ricoveri in ospedale e che da settimane si trova a non dover tenere conto dell’emergenza, il Ticino che martella alla media di 20’000 somministrazioni la settimana; è quel che ci preme, ed è tra quel che si voleva sentire – cioè una parte di quanto, prima o poi, sarà raccontato – nell’odierno aggiornamento sul passo del contrasto alla pandemia da Covid-19. Rivendicate come soddisfacenti sono le cifre “indigene”, stante il tasso di adesione – anche se ci pare di individuare qualche zona d’ombra – degli aventi diritto ai trattamenti; e, difatti, si viaggia sui 130’000 residenti che già per la seconda volta hanno offerto il braccio all’ago della siringa. A questa stregua, pareva male il dire due parole – ed alcuni dati sono facilmente desumibili da varie fonti, ad esempio il sito InterNet della Regione Lombardia e quello della Regione Piemonte, mentre altri sarebbero immediatamente forniti su mera richiesta – circa la condizione vaccinale dei 70’000 frontalieri, e lo stesso dicasi circa una diecina di migliaia di “padroncini”, con riferimento all’avvenuta somministrazione vuoi della prima vuoi della seconda dose? Sarebbe stato utile, quantomeno, stamane da Palazzo delle Orsoline in Bellinzona.

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