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Festival e dintorni / O sbadato securino, come mai ti è sfuggito l’ecogretino?

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Erano solo due dei soliti pirlattivisti che, in carenza di visibilità che è poi l’unico propellente per il delirio della loro autoreferenzialità, anziché fare giusta e magari anche doverosa opera di promozione dei temi ambientali con incontri pubblici e volantinaggi e bancarelle, si sentono nel diritto di imbrattare opere d’arte a danno del patrimonio culturale collettivo e di autoincollarsi all’asfalto di qualche strada a pregiudizio dell’altrui libertà di movimento. Fatto sta che intorno alle ore 21.30 di ieri, nel contesto del “Festival internazionale del film” di Locarno come a noi piace ancora definirlo ed in nome di un irrilevante feudo dell’ambientalismo da “nouvelle vague”, due ecogretini – alle cronache, lui già in quota con il Partito socialista dalle parti di Friborgo e lei che orgoglionamente afferma di aver lasciato il posto di lavoro per “consacrer ma vie à l’organisation de campagnes de résistance civile”: santa sùbito – sono piombati sul palco di piazza Grande nel momento della massima attenzione da parte del pubblico, cioè mentre stava per prendere la parola Luc Jacquet regista di “Un viaggio al Polo sud”; assalto alla diligenza misteriosamente riuscito ad onta del conclamato servizio di sicurezza (servizio più che necessario, a tutela degli ospiti e delle infrastrutture), tanto che Marco Solari presidente dell’evento si è trovato ‘sti tizi tra i piedi e, d’intesa con Giona Antonio Nazzaro direttore, ha lasciato che i marmocchietti si sfogassero per il loro quarto d’ora di risibile celebrità. Dai vertici del “Festival” fanno sapere che l’episodio non avrà conseguenze e che cioè non scatterà una denuncia: errore marchiano, è un “via libera” all’emulazione, nella proiezione in programma ieri si parlava di salvaguardia dell’Antartide e nessuno si lamenti se stasera un manipolo di pseudoasilanti pretenderà di urlacchiare rivendicazioni “coram populo” dal momento che dell’amicizia tra un barista e rifugiati siriani parla “The Old oak” di Ken Loach (c’èst symbolique, ça: “La vecchia quercia” è il nome del “pub”, e sulla vecchia quercia si innesteranno nuovi virgulti, et cetera, against all odds).

Su una manciata di questioncelle, ad ogni modo, Giona Antonio Nazzaro o chi per lui potrebbe fare luce: se davvero i due ecodeficienti sono entrati in piazza Grande pagando il biglietto, come è possibile che con loro sia passato anche lo striscione poi semisrotolato sul palco, quand’invece già sul perimetro ti guardano male se appena appena hai tra le mani un oggettino qualsivoglia?; inoltre, dal momento che gli spazi e le transenne valgono per tutti, com’è possibile – oh, chiaro: è possibile se il servizio d’ordine fa pena o se nel servizio d’ordine c’è qualcuno connivente e cioè gira la testa dall’altra parte, per iniziativa sua o perché così gli è stato detto di fare – che due bipedi arrivino sino al bersaglio senza che alcuno li abbia individuati e fermati?; e ancora, per curiosità, che cosa sarebbe accaduto se al posto dei blablà perennemente incazzati con il mondo si fosse presentato qualcuno che realmente costituisse una minaccia? Solo per sapere, s’intenda.

Post scriptum – Si disporrebbe anche di una foto dell’episodio. Ma no, qui non si fa pubblicità agli idioti.