Home CRONACA “Crack” immobiliari in serie, quattro arresti (due in “rientro” dal Ticino)

“Crack” immobiliari in serie, quattro arresti (due in “rientro” dal Ticino)

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Un giro vorticoso di società immobiliari costituite e docilmente portate tutte a fallimento, tuttavia previa dissoluzione dei guadagni con operazioni illecite di trasferimento delle risorse, è all’origine dell’operazione condotta da uomini della Guardia italiana di finanza in Como (Nucleo polizia economico-finanziaria) e la cui fase preliminare è in corso di perfezionamento con i primi interrogatori di garanzia, riferimento l’area geografica di Cantù quale sede delle imprese, cinque le persone indagate, quattro gli arresti “eccellenti” anche con riferimenti a filo doppio al Canton Ticino. In manette, sull’esecuzione di provvedimenti disposti per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e bancarotta fraudolenta, figura ad esempio il 54enne Claudio Ferrari, domicilio in Vacallo, lunga esperienza politica (fu assessore all’Ambiente a Cantù nel periodo 2007-2012, ed inoltre con vari ruoli in strutture commissionali – dall’urbanistica al paesaggio – a Cantù, a Como ed a Campione d’Italia) e di cui figurano varie relazioni imprenditoriali anche in Svizzera. Al rientro su suolo italiano è stato intercettato e messo in manette anche il 50enne Giorgio Quintavalle, abitante a Morcote, che a Cantù fu assessore allo Sport a cavallo del passaggio di millennio (novembre 1997-maggio 2002), tuttora in alti ruoli della Federazione italiana nuoto.

Dai faldoni di inchiesta spiccano altri due nomi: il 57enne Luca Della Fontana, da Dumenza in provincia di Varese, ed il 51enne Fabrizio Arnaboldi, da Cantù in provincia di Como. Attesi riscontri circa la posizione di un quinto soggetto; constano inoltre alcuni indagati a piede libero per ruoli sussidiari nelle varie vicende. A monte del progetto criminoso, secondo gli inquirenti, stava in sostanza uno schema prefissato: una volta costituita la realtà promotrice di questo o di quell’intervento, di solito trattandosi con la formula della società a responsabilità limitata, nel privato o nel pubblico veniva individuato il “core business” topico con l’acquisto – a titolo di esempio – di un terreno per il quale veniva cercato e trovato ben presto un compratore; poi, con azioni all’apparenza sostenibili dal punto di vista contabile (caso di specie: l’acquisto di un ramo d’azienda in Svizzera, al prezzo d’un milione di franchi circa), lo svuotamento delle casse sino a che dell’impresa immobiliare rimanevano soltanto i debiti, e con essi l’istanza di fallimento. Così sarebbe andata con la “Forma urbis srl”, con la “Cantieri moderni real estate srl”, con la “Cantieri moderni srl”, con la “Immobiliare Isfir srl” e con la “San Siro lake srl”, rimaste al ruolo di mera trascrizione nei registri fra il 2019 ed il 2022; sempre i soliti nomi, tra l’altro, e da qui la sensazione o di un colossale raggiro o di una clamorosa incompetenza professionale da parte di tutte le persone coinvolte.

A carico degli indagati anche procedure di sequestro preventivo sino alla concorrenza di un discreto capitale: si parla di oltre 4.3 milioni di euro, come disposto meno di una settimana fa dal giudice per le indagini preliminari).