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Covid-19, torna il divieto di visita in ospedali e residenze per anziani

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Provvedimento “provvisorio”, riferiscono da palazzo, e ci mancherebbe altro che esso avesse caratteristica di definitività; provvedimento assunto “a titolo precauzionale”, sempre nella tesi espressa dalla medesima fonte, e vien da rispondere che cautelativo e prudenziale sarebbe stato solo un comportamento congruo all’evitare che il morbo si insinuasse in tali strutture, esclusi – nel solo caso degli ospedali – i pazienti lì giunti per ricovero funzionale alle terapie da approntarsi e da somministrarsi. Legittimo ed anzi doveroso, sicuro, ma alquanto intempestivo per manifesto ritardo nell’intervento, ciò che da oggi e sino a data da destinarsi – limite minimo a tre settimane – viene posto in atto per volontà dell’autorità politica cantonale, messaggero il portavoce del Dipartimento cantonale sanità-socialità: con decorrenza immediata sono infatti sospese le visite alle residenze per anziani, agli ospedali ed agli istituti speciali (invalidi), finalità conclamata l’evitare che si manifestino “nuovi focolai legati alla variante inglese” del “Coronavirus” (si sorvola sulla curiosa ed aberrante peculiarità introdotta nel discorso, quasi che di nullo interesse fossero e siano le altre varianti), preservandosi “l’efficacia della campagna di vaccinazione appena avviata”.

Al leggere la nota-stampa diffusa, insomma, si rischia di credere che il supplemento di interventi a protezione sia stato generato soltanto dal fatto che in una casa per anziani nel Mendrisiotto è stato individuato per l’appunto il ceppo inglese di cui viene asserita una più rapida contagiosità; un’opportuna e sollecita lettura dei numeri, in ispecie nelle statistiche dell’associazione tra i direttori delle residenze di questo genere nella Svizzera di lingua italiana, meglio avrebbe potuto orientare ed indirizzare le strategie. Che, ad ogni modo, ora sono definite (sempre sino a nuovo ordine), e che qui riassumiamo: per quanto riguarda le case anziani, oltre alle visite dall’estero sono vietate le uscite dei residenti e vengono limitati allo stretto necessario, e sempre su autorizzazione specifica, gli spostamenti verso studi medici e dentistici oltre che verso le strutture ospedaliere; idem dicasi per tutti gli ospedali “acuti” e per tutte le realtà operanti nel comparto riabilitazione. Visite sospese ma limitazioni interne ridotte al minimo funzionale, infine, per ciò che concerne strutture medicalizzate, le strutture non medicalizzate e “foyer” negli istituti per invalidi.

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