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Covid-19, in luogo pubblico mai più (per ora) senza mascherina

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Giro di vite, stretta, adattamento, punto fermo: lo si chiami e lo si veda come si vuole, ma in Ticino, lunedì, si farà un altro mezzo passetto all’indietro e si scivola verso la fase due ed un quarto dell’Era covidiana seconda, dovendo i cittadini prendere atto d’un’altra serie di restrizioni. Sopportabili, vivaddio; ma restrizioni sono. Ergo registrare, prendere atto, metabolizzare, applicare, pur dubitandosi del loro valore risolutivo ed anche dell’effettivo impatto (come afferma un luminare, la mascherina ha anche un drammatico potere: quello di conferire false sicurezze).

Obbligo e più obbligo – La mascherina (indossata; se portata sul gomito o come braccialetto, utilità zero) diventa compagna indispensabile in tutti gli spazi interni e che siano accessibili dal pubblico, ergo negozi, centri commerciali, musei, teatri, cinema, luoghi di culto, stazioni, zone di accoglienza, sportelli di stabili amministrativi, aziende di servizi e strutture della ristorazione. Niente obbligo, invece, nelle strutture per l’assistenza ai bambini e che siano complementari alla famiglia, oltre che nelle aree di strutture sportive e centri “fitness”, purché tali aree siano utilizzate per gli allenamenti. Esentati i bambini ed i ragazzi sino a 12 anni, gli artisti durante le esibizioni, gli agonisti durante le competizioni e quanti, per ragioni mediche, non possano indossare le mascherine medesime.

Luoghi pubblici – Confermata la chiusura dei locali notturni (discoteche, sale da ballo, club, piano-bar); provvedimento esteso ai locali in cui abbiano luogo attività erotiche. Restano validi i provvedimenti adottati a livello federale ed a livello cantonale per quanto riguarda gli eventi destinati ad accogliere meno di 300 persone, fermo restando il risptto dei piani di protezione. In caso di vendita di cibo e di bevande valgono le stesse norme in vigore per la ristorazione (obbligo di consumazione al tavolo e raccolta dei dati); per le manifestazioni – pubbliche o private – con presenza di oltre 300 partecipanti restano necessarie l’autorizzazione preventiva da parte dell’autorità politica comunale e l’approvazione da parte dei membri del “Gruppo di lavoro grandi eventi” operante secondo incarico governativo.

Ristorazione e dintorni – In sostanza invariate le disposizioni vigenti per il comparto ristorazione: nei bar e nei ristoranti, consumazioni solo al tavolo ed al posto assegnato; uso della mascherina obbligatorio anche per il cliente quando entra nel locale, quando si sposta all’interno del locale e quando esce da esso; prevista la raccolta dei dati di almeno una persona per ogni tavolo, sotto garanzia di veridicità da attestarsi a cura di gerente o responsabile del locale; fanno eccezione le permanenze per consumazioni veloci (meno di 15 minuti), sussistendo in questo caso la facoltà di non registrare alcunché. Tempi ancora grami per il personale addetto al servizio: obbligo di mascherina chirurgica o in tessuto (con tanto di certificazione della medesima), ed in condizioni idonee, con copertura di bocca e di naso. Resta il “niet”, per la verità introdotto “ex post”, su visiere trasparenti e dispositivi analoghi. Chi è responsabile di una struttura della ristorazione viene impegnato a trasmettere al medico cantonale, su istanza, ogni informazione circa gli avventori di un determinato giorno; comunicazione da formularsi entro due ore dalla richiesta, valendo essa per tutti i giorni della settimana, a decorrere dalle ore 7.00 e sino alle ore 22.00.