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Cantone e Comuni, strategie in libertà nell’economia postcovidiana

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Nella fase di corto termine, sul piatto già più di un miliardo e mezzo di franchi. Di cifre per la seconda fase ancora non si parla, se non in termini di grandezza a spannometro, ma si sa che denaro servirà in misura sovrabbondante ai costi “fisici” determinati dai provvedimenti: l’avvio dell’era post-“Coronavirus”, nelle intenzioni di taluni, sarebbe e sarà infatti da assumersi quale trampolino per un rilancio strutturale del tessuto economico del Ticino. Perlomeno a manifestazione di volontà, su questa linea si sono mossi ieri, in appuntamento videoconferenziale, gli attori coinvolti nel gruppo di lavoro Cantone-Comuni sul tema “Persone giuridiche”: a confronto dunque i rappresentanti del Dipartimento cantonale finanze-economia (anche per il coordinamento) e del Dipartimento cantonale istituzioni, delegati di enti comunali (Lugano, Bellinzona, Mendrisio, Ascona, Bioggio e Maggia) ed esponenti di realtà quali l’“Associazione Comuni ticinesi” e gli Enti regionali sviluppo (Mendrisiotto-Basso Ceresio, Luganese, Bellinzonese-valli, Locarnese-ValleMaggia). Primo punto condiviso: ai Comuni, garanzia della facoltà di elaborare provvedimenti di sostegno all’economia che risultino sussidiari a quelli introdotti sotto egida di Confederazione e Cantone, e ciò per tramite e nello stesso tempo al fine di ottimizzare l’utilizzo di risorse pubbliche. Formulate inoltre alcune riflessioni, a partire dall’àmbito turistico, con promessa di sviluppo in gruppi di lavoro a carattere tematico.

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