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Botox alla clientela, ma senza permessi: una in carcere, l’altra in stato di fermo

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Ma quant’era gentile, quella dottoressa, lì al centro estetico. E quant’era attenta e disponibile, l’“altra”, ma sì, di sicuro una dottoressa anch’ella, del resto faceva le stesse cose della dottoressa che mi riceveva, sa? Eh, tutte e due gentili ed attente e disponibili: qualità importanti nelle persone, peccato che in questioni pertinenti alla medicina servano altri riscontri. Per dire: i titoli di studio. Come? C’erano? Ah, sì: ma erano falsi. E se fingi d’esser medico ed autorizzato alla professione, ecco, può capitare che qualcuno ti sgami e che ti chieda il conto di quel che hai fatto. Come è accaduto ad una tizia finita in manette otto giorni addietro a Mendrisio, e – per ragioni in parte congrue ed in parte collaterali – ad un’altra tizia fermata ieri a Lugano.

Per far capire la questioncella, che poi questioncella non è ed anzi i motivi di allarme restano sullo sfondo, potrebbero bastare gli addebiti mossi; ma in tal modo si attenuerebbe la gravità di un caso i cui risvolti rischiano d’essere allarmanti. Entrambe le donne, infatti, avrebbero praticato illegalmente iniezioni di botulino e di acido ialuronico a clienti del citato centro estetico; l’una, 47 anni, doppio passaporto russo ed italiano, residenza in provincia di Como, quale ospite dell’altra, 43 anni, ucraina, domicilio nel Luganese, ufficialmente titolare dello studio in cui era svolta l’attività e che si trova in località imprecisata del Sottoceneri; la prima, peraltro, avendo presumibilmente falsificato un certificato di libero esercizio della professione medica, ed in ogni caso contravvenendo ad un sussistente divieto di entrata su suolo elvetico. A “dossier”: contro la 47enne, truffa, falsità in documenti e/o in certifiati, delitto contro la Legge federale sugli agenti terapeutici, infrazione alla Legge sanitaria cantonale, ripetuta entrata illegale; contro la 43enne, truffa, delitto contro la Legge federale sugli agenti terapeutici, infrazione alla Legge sanitaria cantonale, favoreggiamento (in subordine, disobbedienza a decisioni delle autorità).

Delicatissimo il punto cui sono giunte le indagini: oltre alla ricerca di eventuali complici, gli inquirenti stanno cercando di ricostruire un quadro il più possibile completo per quanto riguarda la clientela del centro estetico. Clientela che, a questo punto, si starà interrogando e preoccupando.