Sono stati recuperati soltanto ieri, a distanza di due giorni dall’avvio delle ricerche e di uno dal primo avvistamento, i cadaveri di due alpinisti italiani deceduti durante l’ascesa lungo la parete nord del Piz Badile, lungo la cosiddetta “via Cassin”, sul ghiacciaio del Cengalo in Comune di Bregaglia. Entrambe le vittime sono bergamasche: Matteo Cornago, 25 anni, da Sorisole, e Giovanni Allevi, 48 anni, abitante a Villa di Serio ed originario di Brignano Gera d’Âdda. Stando alla più probabile ricostruzione dell’accaduto, i due – che erano giunti venerdì alla “Capanna Sasc Furä”, in Valle Bondasca, a quota 1’900 metri circa – sono deceduti sul colpo dopo essere precipitati per 350 metri in un crepaccio. I primi soccorsi erano stati attivati sul versante sud del Piz Badile, una volta constatato il mancato arrivo dei due alpinisti alla meta fissata nel “Rifugio Luigi Gianetti” in Val Porcelizzo, territorio comunale di Val Masino, provincia di Sondrio; lunedì l’estensione all’altro lato, con utilizzo di un elicottero della “Rega”; già in mattinata il rilevamento di alcuni oggetti appartenenti ai dispersi. Alle operazioni di recupero, perfezionate nel pomeriggio di ieri, hanno cooperato specialisti del “Club alpino svizzero” sezione Bregaglia ed effettivi della Polcantonale Grigioni. Aperta l’inchiesta di prammatica sulle circostanze della disgrazia.