Provano ad infiorettarla per benino, al Dipartimento cantonale educazione-cultura-sport, minimizzando a “numeri di scarsa entità” le reiterate quarantene delle classi di scuola media: in fondo, che cosa volete che siano 11 classi “su un totale di 607”? Si risponde: sono 11 di troppo, 11 cui il “Coronavirus” nemmeno avrebbe dovuto trovar modo di avvicinarsi; per di più, 11 nel volgere di poche settimane, e con frequenza crescente sino ad interrompersi qualche giorno fa (per forza: era l’inizio delle vacanze). E di quanto lo stato dell’arte costituisca motivo di preoccupazione parla benissimo un intento manifestato oggi in sede di Consiglio di Stato: da lunedì 9 novembre scatta l’obbligo dell’uso di mascherine chirurgiche – le stesse di cui è già imposto l’utilizzo negli istituti post-obbligatori – in tutti gli spazi delle scuole medie cantonali. Tutte, in ogni angolo, dalle aule ai corridoi, dai laboratori agli ambienti comunitari, comprese le cosiddette “componenti extrascolastiche nel sedime”, compresi i solai, compresi i tetti, comprese le cantine; insomma, qualunque centimetro quadrato sia pertinente. Provvedimento, a detta di un portavoce dell’Esecutivo, teso a contenere i contagi “aumentando ancor di più la sicurezza degli allievi” ed al fine di “garantire a questi ultimi la scuola in presenza”.
Non che ci si debba sconvolgere per simile afflizione, per quanto esso sia poco sopportabile da parte di ragazzi che chiedono soltanto di poter studiare in pace e con metodi seri anziché con una didattica a distanza che, al netto di qualsivoglia altra considerazione, è impraticabile e destinata a produrre zero successo (esistono esperienze che spiegano con chiarezza il perché ed il percome. Cerchino su InterNet, ‘sti burosauri rivestitisi di panni da innovatori): una possibile adozione di tale strumento era del resto balenata tra le righe di quella che con un giro di parole viene venduta come “pianificazione graduale condizionata dall’evoluzione pandemica” in Ticino, sicché l’autorità politica cantonale ha dialogato con il medico cantonale e funzionalmente deciso, motivando tale opzione adottata come intervento necessario al fine di “garantire la scuola in presenza in tutti gli istituti del ciclo interessato”, essendosi in effetti rilevato – toh – un incremento dei “singoli contagi” (“singoli” non troppo, in verità, a rigore di quanto fissato nei protocolli).
L’obbligo di mascherine chirurgiche indossate a copertura di naso e bocca è dato per allievi, docenti e personale operante nelle scuole, e così senza eccezione sino alle vacanze natalizie. Fornitura garantita – alla media di un pezzo per persona ogni giorno – a cura dei responsabili dei singoli plessi.