Eventi pubblici a grande affluenza, in questo “week-end” ticinese, nessuno; non perché vi fosse un buco nel calendario (anzi, in origine qualche organizzatore si sarà anche rallegrato per la disponibilità del bisestile a mo’ di tassello), ma a cagione del disposto d’un’incomoda presenza qual è quella dell’imperatore ultimo e novello che nòmasi “Coronavirus”, sicché che per voce dell’autorità politica cantonale (essa medesima peraltro recipiente d’istanza superiore giacché federale) si giunse a provvedimenti sensati – ed a reazioni non sempre composte – quali forse non si vedevano dai tempi della “spagnola” che a due ondate, appena più d’or è un secolo, per la Svizzera dilagò partendo da Bonfol vicino a Porrentruy, infettò metà della popolazione (trattossi all’epoca d’un paio di milioni di contagiati) e tolse 25’000 cristiani dalle liste dei viventi. Altri i tempi, altra la scienza, altre le conoscenze, altra la cifra nel reagire: se non tutto puoi bloccare, sii drastico in ciò che hai modo di fermare. Quod fecerunt magistrati ratione officii, dunque, come s’usava dire ad un tempo.
Stato dell’arte – All’ultimo bollettino, e vale ciò per l’intera landa ticinese, situazione “stabile”, nessun secondo caso, primo caso “risolto” con le dimissioni del pluricitato paziente 70enne dalla zona protetta della “Clinica luganese Moncucco” in Lugano (l’uomo resta ora in quarantena al domicilio). Sempre una quindicina i casi sotto osservazione e per i quali sono attese evoluzioni nell’uno o – come è auspicabile – nell’altro senso. Quadro generale – Per effetto del salto di grado nell’apprezzamento da parte delle autorità federali, che da ieri hanno classificato come “particolare” la condizione in cui la Svizzera è stata indotta, un nuovo giro di vite ha condotto al divieto (che vale sino a metà marzo, fatte salve valutazioni puntuali in corso d’opera) di far svolgere manifestazioni pubbliche o private cui concorrano più di 1’000 persone nello stesso tempo. Considerandosi inoltre le disposizioni di competenza cantonale, l’elenco diventa persino semplice: niente calcio, in nessuna categoria; niente Carnevali (scompare dunque per un anno il “bonus” da rito ambrosiano; e si teme che dovranno rassegnarsi anche gli amici del “Re Becco” ad Arogno, Carnevale che gode storicamente della procrastinazione); niente appuntamenti, come detto, in cui prevedasi affluenza di almeno 1’000 persone, mentre sono soggette all’obbligo di notifica da parte degli organizzatori, e con modalità descritte sul sito InterNet dell’Amministrazione cantonale (sezione “Coronavirus”), le manifestazioni con affluenza inferiore a 1’000 persone ma caratterizzate da “partecipazione internazionale” (è riservato quindi un divieto “ex post” da parte dell’autorità di polizia, una volta che siano state valutate le informazioni prodotte); niente obbligo di notifica, purché siano garantite le ordinarie regole di igiene, per manifestazioni con affluenza prevista inferiore a 1’000 persone e non caratterizzate dall’“internazionalità”. In caso di dubbi, disponibile uno specifico indirizzo “e-mail” cui rivolgersi (eventi-covid(at)polca.ti.ch). Sul breve e sul medio periodo, molti gli annullamenti: tra questi la “Fiera di san Provino” (già in programma da sabato 7 a lunedì 9 marzo) ad Agno e l’edizione 2020 di “Espoprofessioni” (già in programma da lunedì 9 a sabato 14 marzo) a Lugano, oltre a varie conferenze e presentazioni. Nel caso di “Espoprofessioni”, precisano i portavoce di Palazzo delle Orsoline in Bellinzona, in un secondo tempo sarà valutata l’eventuale riprogrammazione su altra data.
Scuole – In materia di sospensione delle attività di istruzione e formazione nel ciclo obbligatorio circolò in questi giorni una petizione, essa venne tenuta in debita considerazione ma la scelta è compiuta, ed in senso opposto. A regolare riapertura lunedì, pertanto, gli istituti scolastici da Airolo a Chiasso e da Brissago a Lumino. Una direttiva specifica è stata approntata e fatta pervenire ai direttori delle sedi cantonali, comunali e private oltre che dei centri professionali: nulla di particolarmente rilevante circa i contenuti, ribadita la sospensione – per l’intero mese di marzo – delle gite scolastiche fuori dai confini svizzeri, ricordata l’esigenza di profilassi essenziale con lavaggio regolare delle mani nella formula acqua più sapone, ed in caso di colpi di tosse o di starnuti sporadici far uso di fazzoletto o piega del gomito; considerati “non necessari” alcuni strumenti specifici di protezione, ergo niente utilizzo di mascherine igieniche e disinfettanti “nemmeno da parte di persone a contatto con l’utenza… L’eventuale materiale protettivo è da tenersi invece in riserva”; rassicurazioni sul controllo della situazione e del suo evolversi. Non sarebbe nemmeno il caso di dirlo, ma lo si fa come e qualmente giacché in materia di sanità si manifestano talvolta fenomeni di sordità selettiva: se uno scolaro manifesta sintomi influenzali anche basilari quali due linee di febbre, starnuti e gocciolamenti dal naso a cadenza di tiro da raffreddore e colpi di tosse che non servano per raschiare occasionalmente la gola, i genitori del suindicato scolaro sono invitati e pregati ad usare una cortesia alla collettività, e cioè a tenere il ragazzo a casa.
Aziende ed imprese – Delle ripercussioni da “Coronavirus” sull’economia si incomincia a parlare, preconizzandosi effetti anche di lunga durata. A condizioni determinate ma non draconiane, tra i provvedimenti-tampone in disponibilità figura il ricorso al lavoro ridotto, strumento funzionale – a ricordarlo è Christian Vitta, titolare del Dipartimento cantonale finanze-economia – “a far fronte ad improvvisi cali di attività mantenendosi i posti di lavoro”. I responsabili di aziende che abbiano subito una “comprovata perdita di lavoro” hanno pertanto facoltà di inoltrare un preannuncio di lavoro ridotto (formulario sul sito InterNet dell’Amministrazione cantonale) allo stesso Dipartimento finanze-economia, Sezione lavoro, ufficio giuridico. Le richieste saranno valutate ad una ad una.
Centralino per informazioni – Sempre in servizio, con copertura per circa due terzi della giornata ovvero dalle ore 7.00 alle ore 22.00, la “hotline” per informazioni ed indicazioni: vale il numero di telefono 0800.144144, la chiamata è gratuita, da raccomandarsi di principio la chiarezza nell’esposizione e l’adozione di un criterio logico qual è il rispetto degli interlocutori: dall’altra parte della cornetta si trovano figure competenti e formate, le esigenze sono tuttavia molte e varie, il numero delle telefonate resta elevato e quindi prima ci si intende e meglio è per tutti. In funzione inoltre, ma solo fra le ore 8,00 e le ore 18.00, la “hotline” feerae (numero 058.4630000).