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Il caso / Norovirus, nulla di drammatico. Ma quando ci si trova in mezzo…

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Fondamentale e d’aiuto nella comprensione di quanto accaduto ad Isone è il dettato della letteratura medica, avendosi memoria del fatto che il norovirus (famiglia Caliciviridae) è un visitatore dalla storia recente tanto che solo al 1972 risalgono la sua scoperta ed il suo isolamento (di quattro anni prima l’epidemia scoppiata a Norwalk, cittadina dell’Ohio – Stati Uniti – dalle dimensioni di Locarno; comune dunque la definizione “virus di Norwalk”). Seguendo la pagina dedicata sul sito InterNet dell’“Istituto superiore di sanità” in Roma (Italia), pagina il cui articolo si riprende qui con licenza, utile è il sapere che trattasi di uno tra gli agenti più diffusi di gastroenteriti acute di origine non batterica e dunque di un serio problema in materia di sicurezza alimentare; le infezioni si manifestano soprattutto in contesti comunitari, negli ospedali, nelle case di riposo, nelle scuole ed in ambienti confinati, come ad esempio le navi da commercio e da crociera.

La diagnosi – Fino a qualche anno fa, stanti le minuscole dimensioni dei norovirus (che non sono coltivabili), si sono posti vari problemi di carattere diagnostico: era possibile l’identificazione solo per tramite dell’osservazione al microscopio elettronico o, in alternativa, con la misurazione della presenza di anticorpi nel sangue. Da una decina di anni sono stati invece sviluppati vari “test” diagnostici rapidi con l’uso di marcatori molecolari o mediante “test” commerciali rappresentati dall’acronimo “Elisa” (“enzyme-linked immunosorbent assay”) per la ricerca del virus da campioni biologici. Tre, ad oggi, i genogruppi noti ed in grado di infettare l’uomo, con suddivisione in oltre 30 genotipi.

I sintomi e il decorso – Il periodo di incubazione del virus va dalle 12 alle 48 ore, mentre l’infezione dura dalle 12 alle 60 ore. Sintomi comuni a quelli delle gastroenteriti, e cioè nausea, vomito, soprattutto nei bambini, diarrea acquosa e crampi addominali; a volte, leggera febbre. Per solito, la malattia non ha conseguenze serie e la maggior parte delle persone guarisce in uno-due giorni senza complicazioni; raccomandata l’assunzione di liquidi per compensare la disidratazione conseguente a vomito e diarrea e che può rivelarsi complicazione assai seria per bambini, anziani e soggetti con precario equilibrio metabolico o cardiocircolatorio. Non esiste un trattamento specifico, non esiste un vaccino preventivo; poco conosciuti anche i meccanismi di immunizzazione (tra l’altro, l’immunità dura solo alcuni mesi e può pertanto accadere che lo stesso individuo sia infettato dal virus più volte nel corso della vita).

La trasmissione – Il virus è altamente infettivo, nel senso che per dare vita ad un’infezione bastano 10 particelle virali. Stante la loro persistenza nell’ambiente, che ne permette la replicazione e la diffusione anche per due settimane dopo l’infezione iniziale, i norovirus sono difficilmente controllabili. La trasmissione avviene da persona a persona, per via orofecale o via aerosol o per tramite di acqua o cibo infetti, ma anche per contatto con superfici contaminate (anzi, nella maggior parte dei casi documentati, la trasmissione è avvenuta mediante il consumo di acqua o alimenti contaminati. L’alimento potrebbe essere contaminato alla fonte, da acque infette, nel caso sia di frutti di mare – in particolare ostriche – sia di verdure fresche o di frutti di bosco; in molti casi, la contaminazione è stata attribuita alle cisterne di raccolta dell’acqua o a piscine ed a fontane. Sono state inoltre descritte diverse epidemie legate al consumo di alimenti contaminati da parte di un alimentarista, produttore o distributore, sùbito prima del consumo.

Come comportarsi – Per controllare in modo efficace il norovirus è l’attuazione di rigorose norme igieniche nella manipolazione e nella distribuzione di cibi e bevande. I norovirus sono infatti piuttosto resistenti nell’ambiente: sopravvivono a temperature sopra i 60 gradi centigradi ed anche in presenza di cloro, sostanza normalmente utilizzata per disinfettare le acque potabili, e rimangono nelle feci delle persone infette per almeno 72 ore dopo la guarigione. Come in ogni tossinfezione alimentare, dunque, valgono le seguenti regole: a) lavarsi bene le mani prima di toccare i cibi; b) non lavorare e soprattutto non stare a contatto con il cibo quando si è indisposti, soprattutto se si è affetti da gastroenterite, e fino a tre giorni dopo la guarigione; c) lavare e disinfettare i materiali e le superfici che possano essere venuti a contatto con una persona infetta e/o con il virus; d) utilizzare solo cibi dalla provenienza certificata, soprattutto nel caso di alimenti che vengono cotti poco, come i frutti di mare o le verdure fresche; e) eliminare tutte le scorte alimentari che potrebbero essere state contaminate da un addetto infetto e/o da altre fonti di norovirus; f) tenere separati i soggetti che portano pannolini e pannoloni, soprattutto in asili e case di riposo, dalle aree in cui viene preparato e distribuito il cibo.