Home CRONACA Vigilia del «Liberi tutti», ma in Ticino il “Coronavirus” uccide ancora

Vigilia del «Liberi tutti», ma in Ticino il “Coronavirus” uccide ancora

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 14.58) Va in scena una tragica contraddizione, in Ticino, quando mancano poche ore al ritorno alla cosiddetta “normalità”: l’ingresso nel tempo post-pandemico, a distanza di 25 mesi ed una settimana dal primo caso conclamato di “Coronavirus” sul territorio ed a 24 mesi e due settimane dalla constatazione della prima vittima, ha luogo in presenza di una piena ondata (la quinta) e di un’altra vittima registrata per cause covidiane, la 29.a da sabato 5 marzo (punto di origine fissato per la fase corrente) e la 1’158.a dall’inizio delle registrazioni dei decessi. Non solo: per quanto i nuovi contagi quotidiani appaiano in calo (547 nelle 24 ore, ovvero 24’381 nel quadro della quinta ondata; superata la soglia dei 140’000 casi – ora 140’084 – dall’inizio del computo dei dati), rimane elevato il numero dei degenti, 113, di cui 108 in reparti ordinari e cinque in reparti di terapie intensive.

Elevato e preoccupante, essendo manifesto il differente grado di letalità tra la variante del “Coronavirus” ora prevalente e quella della fase più acuta della pandemia. Da un controllo incrociato sulle invero non molte fonti statistiche disponibili emerge inoltre che l’ultima vittima è stata registrata nell’àmbito del sistema delle case anziani, 411 i morti qui in due anni per sole cause covidiane, ed inoltre 1’882 morti (con tre decessi tra ieri e l’alba di oggi) in pari periodo ma per cause definite “altre”. Rilevasi inoltre l’avvenuta necessità di un altro ricovero (169), mentre è in discesa il numero dei contagiati, ora 120 per effetto di 33 guarigioni e di soli quattro nuovi positivi; le strutture colpite sono ancora 23, ossia un terzo esatto delle realtà operanti nel territorio. Nessuna variazione, per assenza di altri dati, dalla campagna vaccinale, di fatto da considerarsi al palo sull’ormai noto 72.3 per cento di vaccinati “completi” (trattamento a doppia dose) tra gli aventi diritto e sull’egualmente noto 46.3 per cento di “richiamati” (dose “booster”).