Rinviare, posporre, aspettare. Controllare, nel frattempo, sì; ma aspettare, aspettare, lasciar passare il tempo; e, di fatto, tirare sino alla fine dell’annata scolastica, del resto siamo quasi a fine marzo e prima di buoni tre mesi non si arriverebbe ad una decisione motivata. Al di là delle parole di circostanza, compreso il vieto richiamo al “clima costruttivo di dialogo e di ascolto reciproco”, a zero risultati ha condotto l’incontro tenutosi lunedì – e di cui oggi riferiscono unilateralmente fonti del Dipartimento cantonale educazione-cultura-sport – sul caso esploso alla scuola media di Mendrisio, dove varie e contestuali sono state le proteste dei genitori circa metodi di insegnamento e qualità della proposta educativa di una docente di lingua tedesca; esplorate “diverse piste di soluzione”, in nessun modo sottovalutate “le preoccupazioni emerse”, ma tutto quel che è stato promesso alla delegazione del Comitato di assemblea dei genitori si riduce a pochi ed insignificanti interventi. E cioè: a) l’impegno “a continuare il monitoraggio didattico della docente”; b) verificare “in maniera puntuale ed approfondita” quanto indicato dai genitori (circa i quali viene detto che hanno fornito “una cronistoria degli avvenimenti, corredata da elementi a loro giudizio significativi”, ma non vi è traccia di riconoscimento delle tesi sostenute e delle informazioni probatorie fornite); c) pianificare “incontri tra Dipartimento (…), genitori e scuola”; d) infine, fissare per giugno un altro incontro in cui sarà tirato un consuntivo degli ultimi tre mesi e saranno definite alcune proposte che, per premessa, “non potranno non tener conto dei criteri di equità di trattamento e di proporzionalità consoni al caso”.
Detto del fatto che, all’appuntamento di lunedì, interlocutori dei genitori erano la direttrice della Sezione insegnamento medio ed il direttore della Divisione scuola e non altri, e detto anche che superfluo sarebbe stato tale incontro se non avendosi come finalità esplicita l’individuare “soluzioni” in grado di “contribuire alla ricostruzione di un clima sereno per allievi, docenti e genitori all’interno della scuola media di Mendrisio” (è tautologico), la sensazione è invece che un po’ tutti ci si trovi ai piedi della scala, e con il primo piolo ballerino ovvero necessitante di manutenzione straordinaria ed immediata. Le soluzioni, attese almeno da una delle parti in causa, non sono giunte; ed a giugno sarà preso in considerazione quanto nel frattempo emerso, intendendosi l’oggi come “terminus a quo” e giugno come “terminus ad quem”, mentre tutto il resto rimarrebbe – vale il testo della nota-stampa – nel limbo delle opinioni. Di altro, per ora, non si dice, a parte il fatto che i vertici del Dipartimento non hanno “aderito alle richieste di alcune puntualizzazioni inerenti al testo del presente comunicato”, istanze “avanzate dal Comitato genitori”; e tale sarebbe l’“unico motivo” in forza del quale non è stato possibile il diramare la nota-stampa in forma congiunta. Argomento, anche quest’ultimo, su cui tornare, “et pour cause”.