C’è una Filadelfia – quella degli States – in cui le organizzazioni criminali prosperarono in affiliazione a “Cosa nostra”, tanto che si parlò e si parla di “Philly mafia” con riferimento ai vari Angelo Bruno, Vincent Gigante, Peter Casella, Frank Narducci e Joseph Merlino nel succedersi delle generazioni; c’è poi un’altra Filadelfia, che sta in fondo allo Stivale, in cui la ‘ndrangheta pare possa fare quel che vuole. A contesti della Filadelfia tricolore farebbe riferimento il cittadino italiano – nome ed età non formalmente noti, ma emersi già in precedenti contesti di indagine trattandosi in effetti di una propaggine dell’“Operazione imponimento” scattata nell’agosto 2020; e difatti trattasi di un 60enne tra l’altro dipendente del Comune quale operatore ecologico – residente a Grancia e che venne arrestato nelle scorse ore in quanto presunto prestanome del capo della locale cosca “Anello-Fruci”, cioè e per l’appunto tra le province di Vibo Valentia e di Catanzaro e “con base logistica” proprio a Filadelfia, risultando tale individuo – così nello schema delle indagini – “tra i soggetti di riferimento della predetta organizzazione” su suolo svizzero. Dimensioni non dappoco, quelle della struttura, se è vero come è vero che sul blocco delle attività di inchiesta già svolte “è stata avanzata richiesta di rinvio a giudizio e si è già in fase di trattazione all’udienza preliminare per 147 responsabili”, o meglio presunti tali.
In sostanza, teorizzano gli inquirenti (indagini coordinate dal procuratore distrettuale di Catanzaro e svolte da effettivi della Guardia italiana di finanza, parte in Catanzaro e parte in Roma), l’uomo ha agito in associazione mafiosa ed ha operato un “trasferimento fraudolento di valori”; Filadelfia sarebbe stata inoltre teatro di un’“iniziativa imprenditoriale” da impiantarsi e sulla quale avrebbero messo gli occhi – in altra formula, della quale sarebbero state promotrici – figure appartenenti alla citata cosca. Sempre in Svizzera consta essere stato effettuato un altro arresto, in questo caso a Spreitenbach (Canton Argovia), manette ai polsi di un italiano trasferitosi qui nel 2018 ma indagato per ipotesi di reato connesse con la coltivazione di marijuana; stretta la collaborazione offerta dalle Polizie cantonali di Ticino ed Argovia per l’appunto.