Quando l’uomo con la pistola della conoscenza si trova ad affrontare l’uomo con il fucile dei quattrini, l’uomo con la pistola della conoscenza non muore ma almeno soccombe. Lugano come la Tombstone di Wyatt Earp e dei suoi fratelli contro John Peters Ringo, e viceversa, nell’odierno atto ultimo; e se non vi piace l’idea del duello, perché qui non vi è un John Henry “Doc” Holliday che spara e non vi è in effetti spargimento di sangue, riportiamo la scena almeno all’immagine di un incendio che per settimane e mesi ha covato sotto la cenere, via via esplodendo in qualche focolaio e stavolta arrivando al rogo vero e proprio. Rogo che spazza e che nulla lascia all’attico del palazzo: difatti, finisce qui l’esperienza di Boas Erez quale rettore dell’“Università della Svizzera italiana-Usi”, qui cioè alla prima data utile per un avvicendamento che appaia quanto più prossimo alla “normalità”, e si parla del “Dies academicus” in calendario per sabato 7 maggio. Ci può anche andare bene che nella nota ufficiale dai vertici dell’ateneo si parli di decisione assunta “di comune accordo”: il nodo gordiano viene sempre tagliato in modalità condivisa, una volta che sia stata acclarata la totale, inevitabile, inconciliabile, insanabile divergenza di pensiero su punti di prima forza. E i denari, ci si creda o no, in un sistema universitario contano.
Al giro di Boas – A stupire, nell’informativa diffusa questo pomeriggio per la firma di Monica Duca-Widmer presidente del Consiglio Usi, è l’immediato spostamento di orizzonte dal fatto in sé (la sussistenza di “divergenze di vedute sulla gestione amministrativa”) all’immediato domani ed panegirico ad esaltazione di Boas Erez – che resta in quota come docente ordinario, cela va sans dire – per tutto quel che egli ha fatto ed ha saputo fare di persona e come capo di uno “staff” altamente da lui motivato. Lodi lodi lodi sperticate, e non si può non essere sfiorati dal malevolo pensiero dei ponti d’oro costruiti al nemico che fugge, o che si defila, o che arretra perché disarmato o nella posizione filosofica del “Nolo contendere”; in alternativa si sarebbe portati a credere che, prima di soccombere su una questione strategica e non più negoziabile, l’ormai ex-rettore abbia preteso che venisse messa nero su bianco tutta la riconoscenza che egli sente a sé dovuta e che altri erano sommariamente disposti a concedergli.
Vogliamo leggere insieme? 1) “Con la sua squadra, Boas Erez ha portato l’Usi ad ottenere ottimi risultati in campo accademico”; 2) “Durante il rettorato di Boas Erez sono stati ottenuti risultati nel consolidamento dopo la fase espansiva dei primi 20 anni di esistenza dell’Usi, (e ciò) con l’incremento della coesione del polo accademico della Svizzera italiana, con l’istituzione di una strategia comune Usi-Eoc per la ricerca in medicina umana, con l’affiliazione all’Usi dell’Irsol e della facoltà di Teologia, nonché con la maggior integrazione accademica degli istituti già affiliati”; 3) ascritto a Boas Erez “anche il rafforzamento del servizio che l’Università offre al suo territorio di riferimento, che ha portato ad esempio al rafforzamento del polo legato all’innovazione ed alle “start-up”, a tutte le attività di apertura sul territorio che hanno caratterizzato il recente 25.o compleanno dell’Usi”, ed ancora alla costituzione “della nuova sede dell’“Archivio del moderno” ed al progetto della “Casa della sostenibilità” ad Airolo”; 4) è stata rafforzata inoltre l’internazionalizzazione dell’ateneo, “con un sistematico lavoro per lo sviluppo di accordi di partenariato in àmbito formativo e di ricerca”, e per di più l’ex-rettore “ha lavorato per il rafforzamento delle strutture accademiche ed organizzative, ad esempio proponendo l’istituzione dei prorettorati, e per l’aumento della democrazia universitaria, ad esempio proponendo la creazione del Senato accademico e della Corporazione degli studenti”. Lusinghiero, come certificato di lavoro; davanti a simili referenze nessuno si sentirebbe di negare un posto di lavoro al candidato.
Erez rector in aeternum? – Dalle parti di via Giuseppe Buffi a Lugano, in verità, vi è chi opina essere tale divorzio anche prodotto di altri fatterelli collaterali; insomma, Boas Erez si porterebbe cucito addosso un carattere adamantino e ben si sa che l’adamantino, per propria natura, è latore di spigoli taglienti e di qualche asprezza nel mettere al muro l’interlocutore con argomenti di logicas, da cui il soprannome di “Boas constrictor”; dalla schiera dei fedelissimi giungerebbe immediata la replica a tema secco, e cioè che non puoi fare il rettore di un’università emergente – per di più, con il livello della concorrenza che sta all’intorno – se non sai dire “no” quando bisogna dire “no”. Fra quanti non hanno mai amato Boas Erez in soverchia misura, ecco, in lingua simigliante al latino qualcuno gli attribuiva un’ambizione alla “Erez rector in aeternum” (“Boas Erez rettore nei secoli dei secoli) in analogia all’“Eris sacerdos in aeternum” (“Sarai sacerdote in eterno”) che è tema della vocazione agli ordini e che qualcuno ricorderà, se non dalle Scritture, almeno dalle pagine del “Nome della rosa”. Pensiero transeunte: la semplice idea di un simile impegno al timone di una realtà accademica, per quanto smisurato possa essere l’“ego”, porta diretta verso Mendrisio, padiglione “Quadrifoglio numero Ics”. Per buona memoria: in casa Usi, meno di quattro settimane addietro, fu prefigurata l’introduzione di un’altra figura apicale; sarebbe stato un ostacolo al ruolo del rettore, tale soggetto, sì o no?
Domani, domani, ti faccio un regalo – Sul passo d’addio del futuro ex-rettore le cifre sono splendide e, come rovescio della medaglia, esse hanno l’aspetto della polpetta avvelenata: al picco il numero degli iscritti (3’923), l’entità dei fondi di ricerca competitiva (oltre 28 milioni di franchi) e la posizione nelle graduatorie internazionali. Qualcosa su cui dovranno ragionare “in primis” i gestori della fase di transizione, vale a dire Lorenzo Cantoni prorettore (che diventa prorettore vicario) e gli altri prorettori più un prorettore aggiunto nella figura di Giorgio Margaritondo, e di più ancora sarà costretto a prendere atto il rettore che verrà sull’esito di un normale concorso pubblico e con nomina da prevedersi fra qualche mese, agosto basterebbe, tra l’altro.