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Sette morti in una settimana, il Ticino covidiano chiamato ad interrogarsi

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 20.22) Non si era falsi profeti né portatori di mere sensazioni, al tempo in cui si chiedeva – e lo si fa tuttora, con legittimità di pretesa – una diversa e maggior puntualità nell’informazione ufficiale circa il procedere della pandemia da Covid-19, non potendosi accettare una cadenza solo settimanale laddove era chiaro che in Ticino, così come nelle province italiane limitrofe, gli indici di contagio stavano risalendo e dunque si stava profilando una sesta ondata dai grandi numeri. Evidenza, oggi, dalle cifre di fonte Dipartimento cantonale sanità-socialità: sette le vittime in sette giorni, per un totale di 13 nella fase corrente, totale 1’206; a confronto, si consideri l’entità dei decessi – 64 – nel contesto dell’intera quinta ondata, da sabato 5 marzo a martedì 14 giugno. Poi: 2’619 i nuovi contagi, corrispondenti ad oltre 374 nuovi casi ogni 24 ore; a pur significativamente differente tasso di letalità, trattasi di circa tre quarti di tutti i positivi registrati nella tragica prima ondata, quando si ebbero 350 morti in compresenza di 3’531 positivi; la media quotidiana è in ascesa, e nel complesso risultano 7’685 i nuovi contagiati durante la sesta ondata, per un totale di 158’742 casi – ma il dato è da considerarsi inferiore rispetto al reale – dall’inizio del computo.

Non privo di motivi di preoccupazione è infine la presenza di 91 degenti per Covid-19 nelle strutture nosocomiali ticinesi, il che conduce anche a riconsiderare con qualche attenzione la pretesa “scarsa mortalità” delle nuove forme del virus; cinque pazienti, per di più, sono ora ricoverati in reparti di terapie intensive. E, una volta ancora, è motivo di allarme lo stato dell’arte nel sistema delle case per anziani: 11 su 67 quelle in cui il contagio è presente, 29 i nuovi positivi nella settimana, tra guarigioni (44) e situazioni confermate restano 21 gli ospiti infetti; due i decessi, per un totale di 416. Prendere nota, ed iniziare a riprendere confidenza con la profilassi, quella vera, quella dei cordoni sanitari.

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