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Salvataggio professionale, Coira fa… decollare i “First responder plus”

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Un salto di qualità nell’offerta di sicurezza, ed un passo che basta per eliminare la zona d’ombra (e di rischio) generata da condizioni particolari negli interventi di assistenza sanitaria in emergenza. In firma nelle scorse ore, a Coira, l’accordo “First responder plus” con cui l’autorità politica cantonale ed i responsabili del “Soccorso alpino svizzero” sviluppano e mettono in campo una formula ad alto grado di efficienza per quanto riguarda il contatto diretto (ed immediato) con persone gravemente malate o infortunate, e questo sino all’arrivo di forze professionali il cui intervento, su gran parte del territorio grigionese, richiede tempo per ragioni logistiche, tecniche e di risorse; alla formazione “ordinaria” per emergenze cardiache, di fatto, i “first responder plus” aggiungono competenze per l’azione immediata in situazioni di vario genere, dagli svenimenti alle emorragie gravi e visibili, dai dolori al torace alle difficoltà respiratorie alla protezione da caldo e freddo. Ai professionisti dell’intervento, che per l’appunto possono trovarsi a giungere sul luogo in un secondo tempo, l’assistenza fornita nel frattempo permette dunque di partire da una base informativa e sanitaria in qualche modo già definita, tanto di più laddove la tempestività del soccorso portato dai “first responder” (e, nel caso, dai “first responder plus”) abbia permesso di scongiurare rischi immediati per la sopravvivenza delle persone assistite (si pensi ai casi dati da infarto ed ictus o da infortuni).

L’organizzazione dei “first responder plus” nel Canton Grigioni, come da decisione assunta or è una diecina di giorni in sede di Governo cantonale, viene demandata ai vertici del “Soccorso alpino svizzero”; dichiarata la volontà di giungere entro 18 mesi circa, ed indicativamente entro la fine del 2021, al potenziamento del servizio con 70 unità costituite ognuna da cinque elementi qualificati come “first responder plus”, per un totale di 350 effettivi. Ogni gruppo di “first responder plus” disporrà di zaino per le emergenze, defibrillatore automatico esterno e materiale sanitario necessario. Per la formazione e per l’aggiornamento, i responsabili del “Soccorso alpino svizzero” agiranno di concerto con varie realtà tra cui organizzazioni locali dei “Samaritani”, servizi di salvataggio e “Federazione cantonale delle associazioni grigionesi di Samaritani” e/o ospedali regionali. L’intervento dei “first responder plus” sarà attivato per tramite della “Centrale chiamate emergenza sanitaria-144” del Canton Grigioni e, per quanto riguarda più direttamente il Moesano, grazie all’omologa strutttura ticinese (“TicinoSoccorso-144”).

In ultimo, le cifre. Dotazioni, formazione ed aggiornamento dei “first responder plus” comporteranno un investimento iniziale nell’ordine di 700’000 franchi, con partecipazione pari ad un terzo circa (250’000 franchi) da parte dei vertici dell’“Aiuto svizzero alla montagna” mentre la quota rimanente sarà prefinanziata con prelievo dalle casse del “Soccorso alpino svizzero”. Per la copertura degli investimenti iniziali prefinanziati con risorse del “Soccorso alpino svizzero”, oltre che per garantire l’esercizio annuale, sul periodo 2021-2030 è già garantito un contributo annuale da 141’000 franchi a carico del Cantone. In immagine, il momento della firma dell’accordo (da sinistra, Franz Stämpfli quale presidente del “Soccorso alpino svizzero”, Peter Peyer consigliere di Stato ed Andres Bardill direttore del personale e delle finanze del “Soccorso alpino svizzero”).

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