Non c’è pace tra gli ulivi, come predicava un film di inizio Anni ’50, e non c’è pace nemmeno tra la Cima dello Stagn e la diga della Roggiasca e la chiesa della Madonna del Ponte chiuso. Sfocia in un atto d’autorità superiore la crisi politica scatenatasi a Roveredo (Canton Grigioni) dopo le ultime Comunali e dunque ormai trascinantesi dall’ottobre 2018 a colpi di conteggi (in due uffici elettorali distinti…) delle schede, ricorsi, proclamazioni, ribaltamenti dei numeri, estromissioni ed inserimenti nell’Esecutivo, sconfessioni di un organo giudiziario da parte dei membri di altro organo giudiziario, e così a risalirsi sino al Tribunale federale: per decisione uscita stamane dall’Esecutivo cantonale in Coira, il Comune sarà affidato temporaneamente ad una figura in ruolo di commissario governativo. Mezza sorpresa: per tale incarico, che andrà a scadenza in settembre (o prima, qualora il problema della ricomposizione “corretta” dell’Esecutivo sia stato nel frattempo risolto), è stata infatti scelta Anna Giacometti, 59 anni a settembre, da Bregaglia, da meno di sei mesi in Consiglio nazionale quale esponente in quota Plr (ossia, in declinazione locale, Pld) e, per quanto dimissionaria su scelta personale, per un’altra dozzina di giorni ancora sindaca di Bregaglia, al cui timone era stata rieletta per un mandato sino al 2023 (com’è noto, nel fine-settimana su domenica 28 giugno avrà luogo il ballottaggio fra tre dei soggetti – e si tratta di Marco Giacometti, Fernando Giovanoli e Maurizio Michael – rimasti in lizza dopo primo turno privo di vincitore con la necessaria maggioranza assoluta).
Al di là dell’entità dell’impegno da profondersi nella gestione della crisi istituzionale, per di più in tre mesi che si annunciano come un percorso minato stanti le tensioni in essere, Anna Giacometti sarà chiamata ad un’opera di massimo equilibrio potendo per esempio taluno contestarle la contiguità politica con una delle parti (il Plr era in coalizione con la lista civica “RoréEtica” ed in contrapposizione alla lista civica “Roré viva”); è tuttavia il caso di ricordare che la funzione di commissario governativo è da interpretarsi quale intervento di sostegno in materia di vigilanza, tanto di più dovendosi garantire la piena continuità amministrativa anche negli atti ordinari (il che, alla luce di numerosi avvicendamenti nel personale come peraltro constatato anche a Coira, non è dato di principio). Di più: la commissaria si troverà ad operare su binario parallelo a quello della magistratura civile, perché ad un paio di sentenze in àmbito di Tribunale amministrativo cantonale e ad un paio di risposte a picche da “Mon repos” si è aggiunto un altro pronunciamento ancora in sede di Tribunale amministrativo cantonale, e si parla di cose d’or è un paio di settimane; l’ultimo atto non è ancora cresciuto in giudicato, possibile anzi probabile che nulla più cambi, ma la Roveredo grigionese degli ultimi due-tre anni ha abituato ad ogni genere di giravolte e di mutamenti d’accento e di pensiero. Perché tutto si gioca sulla questione dell’essere maggioranza o minoranza, tutto dipende dal nome – e dall’appartenenza politica – del quinto municipale, che a questo punto dovrebbe essere il liberale Ivano Boldini (a fianco di Juri Ponzio, anch’egli per il Pld, e di Silva Ponzio, per “RoréEtica”; nella compagine di “Roré viva” figuravano eletti Guido Schenini ed Andrea Pellandini più, ormai quale “jolly” entrante ed… uscente, Moreno Lussana). Solo per il dovere cronistico di ripercorrere le tappe della vicenda: computo primo delle schede ed assegnazione dei risultati, domenica 28 ottobre 2018; computo secondo delle schede ed assegnazione dei risultati, martedì 11 dicembre 2018; prima sentenza del Tribunale amministrativo cantonale, giovedì 4 luglio 2019; prima sentenza del Tribunale federale (con annullamento di quanto disposto nell’altra sede), venerdì 8 novembre 2019; seconda sentenza del Tribunale amministrativo cantonale, domenica 2 febbraio 2020; seconda sentenza del Tribunale federale (di nuovo con annullamento di quanto disposto nell’altra sede), venerdì 15 maggio 2020; terza sentenza del Tribunale amministrativo cantonale, giovedì 4 giugno 2020.
L’intervento dell’autorità politica cantonale, come risulta da una nota diffusa stamane, era stato invocato “per ragioni diverse” (ed anche questo la dice lunga circa il clima politico nel borgo e nelle frazioni) da due municipali e dal rappresentante la Commissione gestione del Comune, tra l’altro senza presa di posizione ufficiale per voce del Municipio – e qui siamo davvero al cortocircuito – perché alla seduta posta in calendario alla data di lunedì 8 giugno venne a mancare il… numero legale. Comunque vada, a fine settembre la commissaria governativa sarà tenuta a presentare un rapporto all’Esecutivo cantonale con proprie “constatazioni e conclusioni”; da lì l’eventuale adozione di eventuali provvedimenti, et cetera. In immagine, l’edificio del Municipio di Roveredo.