O molto precisi (e conseguenti) gli onorevoli membri del Consiglio di Stato, o molto ben informati (e preventivamente) gli onorevoli membri del Consiglio di amministrazione alla “Lugano airport Sa”, oppure una di quelle casualità che impongono di reclutare gli uni come granatieri lanciamine puntuali sul pezzo e gli altri come veggenti. Nel volgere di una manciata di ore, infatti, due atti formali e decisivi sul salvataggio dello scalo di Lugano-Agno: da Palazzo dellle Orsoline sponda Esecutivo, questo pomeriggio, l’annuncio del rinvio della votazione referendaria cantonale già in calendario per il fine-settimana culminante su domenica 26 aprile; ieri, in sin troppo puntuale previsione di quel che sarebbe stato deciso, la richiesta di un credito da 500’000 franchi alla “BancaStato” e l’istanza per un’immediata immissione di liquidità nelle casse societarie da parte degli azionisti, vale a dire Città di Lugano e Cantone, essendo stati nel contempo ventilati il deposito dei libri contabili in tribunale (con avvio della procedura fallimentare) e la convalida delle lettere di disdetta del contratto ai dipendenti. Richieste che, a questo punto, rimangono sul tappeto e con esigenza pressante di risposta: la procrastinazione della consultazione referendaria cantonale è infatti “sine die”, ovvero in posticipo a data da stabilirsi perché, al momento, resta impossibile una valutazione sulla fine dell’epidemia (o dell’allarme per l’epidemia) da Covid-19.