Home CRONACA Patetici truffatori tentano il colpo: italiano e macedone in manette a Lugano

Patetici truffatori tentano il colpo: italiano e macedone in manette a Lugano

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Ma guarda un po’ se, a metà digradante dell’anno 2020, ancora s’ha da fare i conti con truffatori da operetta, aspiranti gabbamondo con trucchetti alla “Vedo-non vedo”, movimentatori delle tre tavolette, barattieri che ti danno appuntamento in un bar per trattare un certo affare ma che all’affare vogliono aggiungere un’altra operazioncella puteolente perché, poveri cari, si ritrovano in tasca solo banconote di grosso taglio e in Italia le banconote di grosso taglio inducono a qualche sospetto ed allora è meglio se l’amico interlocutore, dal momento che è già qui per la questione importante, si presta gentilmente ad effettuare l’operazione di cambio. Beh, sì, succede ancora; ultimo episodio, nientemeno, l’altr’ieri a Lugano, solito appuntamento dato in un albergo, dei convenevoli e del pasticcetto che stava maturando si dirà al prossimo capoverso, a contare è il fatto che proprio lì giunsero alcuni agenti della Polcantonale e che essi ripartirono essendosi alleggeriti d’un peso, quello delle manette, opportunamente transitate ai polsi di loro due ospiti temporanei. Alle brevi, due tizi arrestati per un patetico tentativo di “rip-deal”: come se tutti fossero fresconi, come se tutti si facessero abbagliare. In carcere, con l’addebito primario della tentata truffa aggravata e nel frattempo si sta cercando di capire se i due soggetti avessero compiuto altri reati del genere, un 54enne di passaporto macedone ed un 25enne di passaporto italiano, entrambi con residenza in Italia. La vittima designata, un uomo di cittadinanza elvetica e con residenza nella Svizzera interna.

Il motivo dell’incontro: vendita, da parte del cittadino confederato, di alcuni orologi di lusso, come attestato da inserzioni pubblicate su siti InterNet. Il luogo dell’affare, o per meglio dire il luogo in cui si sarebbe dovuta svolgere la compravendita stante l’interessamento manifestato dal macedone e dall’italiano o da uno di loro: Lugano, no?, di più comodo per ambo le parti non si sarebbe potuto trovare. Venerdì, come indicano fonti del ministero pubblico, l’atteso manifestarsi reciproco, due chiacchiere, si può fare, si farà, esaminiamo per bene le cose, tu che ne pensi io penso benissimo io penso anche meglio, dai chiudiamo l’operazione ma prima servirebbe giusto quel favorino, un cambietto, Lei è uomo di mondo e sa come vanno queste storie, eppoi una mano lava l’altra e tutte e due lavano la faccia. Pare tra l’altro che i quattrini ci fossero: qualche banconota buona, mentre le altre, beh, immaginate voi.

Come siano andate di preciso le cose non sapremo almeno sino al processo; teniamo per buona la versione fornita, e cioè che ad annusare l’aria rancida e ad insospettirsi sarebbe stato un agente di sicurezza. Bon, cambia poco; la coppia di delinquenti è al sicuro, la restrizione della libertà è stata già convalidata dal giudice dei provvedimenti coercitivi, il “dossier” è nelle mani del capoprocuratore pubblico Arturo Garzoni.

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