(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 20.21) Pioggia, neve, vento teso: un tuffo all’indietro verso l’inverno, quello vissuto dal Ticino – e dalla Svizzera di lingua italiana “in genere” – nel fine-settimana, tra l’altro il primo di reale “via libera” per i campeggiatori. Con declinazioni diverse quasi per singoli distretti, certo, l’espressione del maltempo che, per quanto annunciato, ha colto di sorpresa più di qualcuno. Sul Luganese il martellamento più intenso: unico aspetto positivo, al momento, l’assenza di vittime e di feriti pur in una situazione che, per le sue caratteristiche e per l’improvvisa virulenza, è ordinariamente riscontrabile una volta ogni quattro o cinque anni. Danni seri soprattutto nel Malcantone, a partire da Agno (zona Vallone, vari gli straripamenti, chiuso temporaneamente un tratto della Cantonale) e sino a Vernate (smottamenti), a Novaggio (massi e terra sul campo stradale) ed a Magliaso (qui fuori le acque di un riale in prossimità della linea ferroviaria Lugano-Ponte Tresa).
Al massimo della portata settimanale, su punte da 93 metri cubici il secondo, la Tresa alla località Rocchetta di Ponte; sul Vedeggio, sino a 129 metri cubici alla stazione principale di rilevamento ad Agno. Livello del Ceresio a 270.96-270.99 metri secondo gli indicatori di Ponte Tresa e di Melide; giunto sino ai limiti di argine il Cassarate su carico da 86 metri cubici il secondo (ma in calo a 26 metri cubici in prima serata); per quanto riguarda il Mendrisiotto, significativo il dato della Breggia a 22 metri cubici il secondo. In immagine, uno scorcio del lido di Caslano alle ore 10.10 circa.