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L’editoriale-bonsai / Banda ultralarga, percorso a maglie strette

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Una fase strategica ed una fase decisionale, alle spalle; una fase di concretizzazione, da attuarsi dopo analisi nelle sedi politiche opportune, Governo e Legislativo cantonale, con “partecipazione e condivisione di tutti gli attori coinvolti” (per forza, non possono avere voce in capitolo gli attori non coinvolti) nel percorso del “possibile piano strategico” in coerenza tra pubblico e privato. Giro di parole (ed è già una sintesi della sintesi, credeteci) per dire dei passi compiuti in Ticino in funzione dell’ipotesi di una banda ultralarga “commerciale”, come da odierna presentazione in quel di Bellinzona sponda Palazzo delle Orsoline, a rigore del prefigurato “progetto infrastrutturale generazionale”; in sintesi, l’offerta di una rete di telecomunicazioni capillare che punti a “standard” elevatissimi, diciamo un Gigabit ogni secondo come serio orizzonte. Risultanze del piano strategico annunciato, la copertura di “almeno l’85 per cento” degli immobili situati in zona edificabile entro 10 anni, con incremento sino al 95 per cento entro 15 anni.

Sarebbe interessante il poter vedere tutte le carte, sapendosi tra l’altro che risale al 2016 – cioè al momento in cui approvata parte della mozione sulla fibra ottica a domicilio – il “via libera” all’avvio di trattative con distributori e fornitori di servizi, ma una domanda sorge spontanea: qual è la reale percezione dello scenario insediativo – attività ed abitazioni private – in Ticino all’anno 2029 ed all’anno 2034, a mente di coloro che hanno teorizzato questo “piano strategico”, potendo benissimo diventare periferia dell’impero quel che oggi è fulcro urbano (gli esempi si sprecano) e viceversa? Di più, sono state correttamente percepite le evoluzioni al di là del quadro teorico? In uno, perché si avverte nettamente la sensazione dell’essere questo “piano strategico” già… superato, se non da quel che abbiamo oggi, almeno da ciò di cui disporremo domattina?

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