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Italiano, quo vadis? / Berna ci detesta, E lo si vede lontano un… miglio

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Nel lietissimo ricorrere dei 175 anni dalla stesura della Costituzione federale, sabato 1.o luglio e domenica 2 luglio le porte di Palazzo federale e di altri luoghi delle istituzioni a Berna saranno aperte al pubblico, essendo tra l’altro stato predisposto un ampio programma con documentazione cartacea nelle varie lingue cioè tedesco, francese, romancio ed italiano. Italiano, davvero? Prima ancora che il fascicoletto, a parlare è il sito InterNet ufficiale predisposto per l’evento (www.1848-parl.ch): concordanze sparate a caso (soggetto plurale, predicato singolare); sintassi da Minchiaweisch – detto con totale rispetto dei figli e dei nipoti e dei pronipoti di quanti vennero in Svizzera per lavorare – di sesta generazione; anacoluti; subordinate relative in cui trovi di tutto fuorché il punto di relazione; repentini passaggi dall’uso dell’imperfetto a quello del passato prossimo a quello del presente indicativo; carente la revisione grammaticale (spazi, punteggiatura, errori anche banali come un “mettese” per “mettesse”, et similia).

Peggio di tutto e peggio che mai, il titolo dato all’evento: che è “Offene Bundesmeile” in lingua tedesca, “Portes ouvertes dans la Berne fédérale” in lingua francese, e… “Miglio federale aperto” in quello che il traduttore crede essere una sorta di lingua italiana. Abbiamo conosciuto, è vero, un “Miglio federale”: era il professor Gianfranco Miglio, comasco, politologo, costituzionalista, docente alla “Cattolica”, teorizzatore di una Penisola da convertirsi in senso confederale (sue idee come le “macroregioni”), già senatore della Repubblica. Ma a questo osceno “Miglio federale aperto”, cavato fuori con la prima risposta scema da “Google” e stampato in opuscoli e che nella migliore delle ipotesi ci fa venire in mente un Ogm (domanderemo semmai al granconsigliere Sem Genini…), adesso come vogliono rimediare? E, soprattutto, intendono rimediare?