Nessuno discute sull’importanza dei lavori in corso lungo la dorsale del Ceneri “vecchio”, versante da Cadenazzo alla sommità e viceversa: sono stati programmati, sono da farsi, vengono fatti. Furente ha invece da essere la critica alla disposizione del cantiere nell’uno e nell’altro senso: corsia stretta (e piazzata al centro della carreggiata) in discesa, corsia stretta in ascesa. Qui, per di più, è corsia di transito veicolare la somma tra una striscia di corsia ordinaria e la sezione normalmente riservata ai ciclisti, con regolare striscia gialla continua; dunque i ciclisti salgono, ad unità singole o in teoria, e si trovano un’auto sulla coda, e non hanno modo di spostarsi a meno che si tuffino oltre il “guard-rail”, e l’automobilista non ha a sua volta modo di sorpassare se non aspettando uno slargo (inesistente per centinaia e centinaia di metri) o rischiando di arrotare il ciclista medesimo (per mancanza dello spazio minimo) o ponendosi nella condizione di invadere la corsia di marcia opposta cioè facendo uno “slalom” tra i birilli posti provvisoriamente a delimitazione.
Aggiungiamo, per avvenuta constatazione: nella direzione di marcia opposta, dopo imposizione di un limite di velocità provvisorio a 60 chilometri orari nella sezione ordinariamente regolata ad 80 chilometri orari, nessun cartello di “via libera” – cioè di ritorno agli 80 chilometri orari – era presente stamane a partire dal punto in cui il cantiere non esiste più. Che si fa, si aspetta l’incidente e poi ci si ragiona? Nella foto GdT, un punto di… faticoso sorpasso (ma nemmeno quello più difficile) lungo il percorso in ascesa.