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Hockey Nl / Ambrì, un’ex-superpromessa che è mezza scommessa

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A connotati fisici ed anagrafici, è un Dominik Kubalik (parametro promettente, visti i numeri – 30 goal più 16 assist in 68 partite – dell’attaccante ceco alla prima stagione al massimo livello dei “pro”) con 12 chilogrammi in più ed un anno e mezzo in meno; e dovrebbe incoraggiarci – la particella pronominale sta ad indicare quel vasto pubblico di maiagiàzz che sono affezionati alla qualità, in nulla legandosi ad un colore sociale – il ricordare che Dominik Kubalik fu scelto solo al settimo giro e come 191.o assoluto nella “draft” Nhl 2013, mentre costui balzò all’attenzione degli “scout” due anni più tardi, avendone 18 al pari del collega, e trovandosi nella gloria già alla 59.a chiamata, secondo turno, con immediato contratto triennale di tipologia “entry level” in scuderia Anaheim Ducks. Al che una domanda: che cosa diamine viene a fare qui in Svizzera, per l’annata agonistica 2020-2021 in National league cioè nella Lna dei tempi belli, il signor Julius Nättinen da Jyväskylä (tre ore d’auto da Helsinki, direzione nord) e che a rigor di “curriculum” dovrebbe invece godersi il sole della California, o sotto le sei stelle di Anaheim o, alla peggio, tra i “Semper vigilantes” della più meridionale San Diego, avendo egli sperimentato la Ahl con la divisa dei locali Gulls? Eh, rispondiamo: perché non sempre le porte del Paradiso ti fanno entrare in Paradiso, si direbbe, e non sempre ti riesce di dare (o ti permettono di dare) quel che pensi di poter dare, e non sempre ti vien bene quel che sino a ieri ti riusciva ad occhi chiusi. Poi può anche capitare che tu recuperi il tocco magico; e difatti, sul piede delle statistiche che il ragazzone stampò nell’ultimo anno in Finlandia, ci si dovrebbe sentire in una botte di ferro. Purtroppo, quello del condizionale è terreno infido e sdrucciolo

Da giovanissimo, un’iradiddio – Costante o incostante, affidabile o non affidabile, “leader” o non-“leader”, risolutore o non risolutore, insomma, Julius Nättinen che nel contingente degli stranieri biancoblù va a raggiungere Brian Flynn quasi 32enne da Lynnfield Massachusetts Usa e Matt “D’Ags” D’Agostini quasi 34enne da Sault Sainte Marie Ontario Canada, entrambi in accordo di prolungamento contrattuale già prima che la National league 2019-2020 venisse spezzata e spenta dall’onda pandemica? Nel “dépliant” ce lo illustrano strabene, ma è il loro mestiere (loro: degli agenti, e degli addetti alla propaganda per conto della società da cui siano appena stati acquisiti i diritti alle prestazioni sportive di un atleta). E, insegnano i vecchi tipografi, per capire se lo stampato ha un difetto devi guardare non la foto, ma i suoi margini. Diamo un’occhiata tanto al detto quanto al non detto, allora: non ci si racconta – strano – dell’esser stato Julius Nättinen un atleta precoce, con pista e squadra proprio in città, divorate le tappe nelle giovanili; a 13 anni un posto tra gli “Under 16”, a 14 tra gli “Under 16” e per nove incontri con gli “Under 18”, a 15 – udite, udite – già più di metà stagione con gli “Under 20” (sei goal e 10 assist in 29 partite). Idolo e talento, crescita continua: a cavallo tra i 16 ed i 17 anni le prime cinque presenze con l’Accademia Jyväskylä nella Mestis, serie B finlandese, ed un timbro anche nella Liiga, massima serie; nel torneo successivo, 11 goal e 18 assist in 45 partite della Mestis, tre assist in nove partite della Liiga; ma il botto giunge dagli impegni con la Nazionale “Under 18”: 11 reti e 20 assist in 23 presenze, tra queste i sette incontri con cui i finlandesi, nell’aprile 2015, arrivano sino alla finale dei Mondiali di categoria ospitati dalla Svizzera, perdendo per 1-2 al supplementare contro gli Stati Uniti trascinati da quell’Auston “Arriba arriba” Matthews che, prima di andare a sfracellare reti in Nhl, si sarebbe fermato per un anno a Zurigo. Mondiali folli, un coacervo di qualità, i rossocrociati chiudono quarti pagando dazio (2-5) contro i figli della “Foglia d’acero” che sono fuori dalla grazia di Dio per l’essere stati estromessi in semifinale proprio dalla rappresentativa statunitense (ed in quale modo, poi: 2-7 sul tabellone, con un parziale di 1-5 nello spazio di sette minuti e 22 secondi dell’ultimo periodo, “hat trick” di Colin White), all’atto conclusivo per il titolo tutto sembra nelle vele dei finlandesi e Julius Nättinen, sì, Julius Nättinen è il loro profeta con il goal del vantaggio dopo 17 secondi dal primo ingaggio, e poi come si batte, il giovanotto, 12 ingaggi vinti contro 10, e gli Usa bussano e battono ma non segnano, anzi, sì, pareggiano al 48.41 con Jack Roslovic ed al supplementare trovano lo spiraglio dopo 12.44, ancora Colin White l’uomo della Provvidenza.

La “draft” dei sogni – Nulla è imputabile a Julius Nättinen, nulla. Gli “scout”, anzi, annotano e riempiono taccuini densi di entusiasmo, bravo chi si accaparrerà i diritti Nhl, e con questo ci siamo riconnessi alla pista già descritta. Fine giugno in quel di Sunrise Florida Usa, giorni della “draft” 2015, ce li ricorderemo perché Timo Meier da Herisau e già in giovanili del “Rappi” vola alla nona scelta assoluta (oh, in un mondo popolato dai Connor McDavid e dai John “Jack” Eichel e dai Mitch Marner, primo secondo e quarto in linea di scelta, andate a vedere le loro statistiche d’oggidì) con i San Jose Sharks: Anaheim può chiamare solo come 27.a nel primo turno – roba da morte civile, la mejo ggioventù ti sfila sotto il naso e nemmeno puoi dire “Beh” – e si butta su Jacob Larsson difensore svedese; i Ducks potrebbero pescare al secondo turno già con il numero 41, ma in un complesso giro di scambi (l’opportunità era venuta da diritti dei Florida Panthers passati ai New Jersey Devils e da questi agli Anaheim Ducks e da questi fatti transitare ai New York Rangers) l’unica opzione resta al numero 59, fatta per Julius Nättinen. Il quale può rallegrarsi: pescate utili (nel senso di gente che tuttora pratica la Nhl) arriveranno sino al settimo giro, 198.o assoluto diventa Sami Niku difensore finlandese. Che del neoambrìpiottese è non solo connazionale, ma anche pluricompagno di squadra all’Accademia Jyväskylä e nelle Nazionali giovanili; tanto che insieme, addirittura nello stesso secondo blocco, Sami Niku e Julius Nättinen andranno a fregiarsi del titolo e della medaglia d’oro ai Mondiali “Under 20” in Helsinki, quelli della salvezza per Domino cavìcc (5-1 e 6-2 nel doppio spareggio con la Bielorussia, no comment) in casa Elvezia, ma anche quelli del Canada eliminato ai quarti di finale e della Repubblica ceca contestualmente spazzata via (0-7) dagli Stati Uniti. Vigilia dell’Epifania 2016, drammatico su e giù dalla giostra, Finlandia contro una Russia dominante nel torneo di qualificazione con quattro vittorie su quattro (compreso il 6-4 proprio sulla Finlandia: qui l’unico punto personale di Julius Nättinen in occasione del riavvicinamento sul 4-5) e poi irritantemente anfosa (nei quarti di finale, salvataggio a 44 secondi dall’ultima sirena contro la Danimarca, da 2-3 a 3-3 con il “rover” in pista, indi 4-3 al supplementare; in semifinale, 2-1 sugli Stati Uniti). Padroni di casa sempre all’inseguimento, 0-1 poi 1-2 che diventa 2-2 al 50.07, Julius Nättinen fa cose mirabili nei “face-off” e li vince quasi tutti, sorpasso al 57.51, russi sul 3-3 al 59.54, e quando succede una cosa del genere hai diritto di pensare che non questo sarà il tuo giorno di gioia. Ma poi spunta fuori il “Kkk” dei finnici, al secolo Kasperi Kapanen da Kuopio che è poi figlio del Sami Kapanen in transenna transitoriamente transitato per qualche mese dello scorso anno a Lugano, e per i pallidi eredi della “Sbornaja” non c’è né presente né futuro.

Slancio e fiducia – Sotto contratto dunque con i “pro” ad elevato tetto salariale (in potenza), primo anno in assegnazione ai Barrie Colts in Ontario hockey league, giusto livello “iunior A”. Belle cifre: 24 goal e 55 assist in 64 partite giocando da centro, meglio di lui in squadra i soli Kevin Labanc (153 punti in 80 incontri) e Andrew Mangiapane (127 punti in 74 incontri). Eppure la squadra, dopo aver vinto il titolo nella Central division risultando seconda nella Eastern conference alle spalle dei Kingston Frontenacs, si scioglie come neve al sole nelle finali della Eastern conference, 0-4 nella serie contro i Niagara IceDogs che in stagione regolare avevano chiuso a distanza di 12 punti. Ai Colts sanno che è finito un ciclo generazionale, i due migliori marcatori passano ai “pro” e Julius Nättinen, sul finire del giugno 2016, viene scambiato ai Windsor Spitfires. Dove figura in 58 incontri, ma con netto calo nelle prestazioni: 14 goal e 28 assist, 42 punti contro i 79 dell’annata precedente; mentre la sua ex-squadra precipita all’ultimo posto nella Central division e pertanto nella Eastern conference, “record” da 43-25 a 17-51, i Windsor Spitfires transitano da secondi nella West division e da quinti nella Western conference, stesso piazzamento ottenuto nel torneo 2015-2016, 40-28 prima, 41-27 poi; e nei quarti di finale della Western conference, ciao a tutti già alla data di martedì 4 aprile 2017, fuori contro i London Knights alla “bella” dopo aver guidato la serie per 3-1. Succede tuttavia una very canadian cosa: come ad ogni anno secondo la formula modificata nel 1983, alla finale delle finali – che si chiama “Memorial cup” – accedono le formazioni vincitrici delle tre leghe qualificate come “iunior A”, cioè Ontario hockey league, Western hockey league e Quebec major junior hockey league, più una squadra selezionata come franchigia che ospita l’evento. Grande festa alla corte di Windsor perché agli Spitfires spetta tale privilegio; dopo essere rimasti senza pressione agonistica sul collo per un mese e mezzo, Julius Nättinen e compagni sorprendono per freschezza e si impongono prima (3-2) sui Saint John SeaDogs provenienti dalla Qmjhl e poi (7-1, con doppietta del finlandese) sui Seattle Thunderbirds in arrivo dalla Whl. Si staglia però l’emblema dell’incubo che ha nome Erie Otters, attacco atomico con i due migliori produttori dell’anno nelle persone di Alex DeBrincat e di Taylor Raddish, collettivo da 12 goal in un colpo solo appena due giorni prima contro i Saint John SeaDogs, e portiere sui livelli di quello che in più occasioni ha salvato gli Spitfires (Troy Timpano, Erie, efficienza al 90.1 per cento; Michael DiPietro, Windsor, efficienza al 91.7 per cento). Eppure i Windsor Spitfires vincono, 4-2, uomini del giorno sono Jeremiah Addison autore di una tripletta e Gabriel Vilardi sempre a tabellino come uomo-assist, ma anche Julius Nättinen timbra il cartellino per due volte, sempre a favore di Jeremiah Addison.

Gli Erie Otters arrivano egualmente in finale imponendosi per 6-3 nello spareggio con i Saint John SeaDogs (il regolamento della “Memorial cup”, per così dire, è vagamente asimmetrico anche se risponde ad un criterio logico), e qui verranno battuti di nuovo (3-4) dai Windsor Spitfires, anche se il finlandese non viaggia al meglio, tira una sola volta e non lascia traccia a parte il “meno uno” nella statistica personale; ma Michael DiPietro para 32 tiri su 35, e tanto basta.

Ascesa e discesa – Per il terzo anno del contratto è tempo di sperimentare il mondo dei “pro”. Non Anaheim in Nhl, ma San Diego, maglia Gulls, nella Ahl, ovviamente con facoltà di accesso al piano superiore qualora ciò convenga o sia giudicato necessario. I San Diego Gulls, per capirci, non c’entrano nulla con l’omonima franchigia già in Ihl, seconda metà degli Anni ’90, e nemmeno con la parimenti omonima franchigia già in Echl (da metà Anni ’90 a metà del decennio successivo), trattandosi infatti della trasformazione dai “vecchi” Norfolk Admirals; davanti alla gabbia, tempo equamente suddiviso fra Kevin Boyle titolare “ufficiale” e l’elvetico Reto Berra fresco di arrivo dai Florida Panthers nella quarta tappa Nhl (Calgary Flames e Colorado Avalanche le precedenti) della carriera; e la squadra, che si trova inserita nella Pacific division della Western conference, riesce a buttar via la qualificazione al “play-off” dopo essersela già messa in tasca. A due turni dalla fine, margine di due vittorie cioè quattro punti (76 contro 72) sui San Jose Barracuda; i Gulls, cui basterebbe l’andare almeno in un caso al supplementare per metter via il punticino decisivo, perdono per due volte di fila contro i Tucson Roadrunners; ai Barracuda riesce l’impresa di stendere sia i Bakersfield Condors sia gli Stockton Heat, squadre pari a quota 76 punti, “record” in apparente favore di San Diego (36-32) su San Jose (34-34) ma, per quanto sta a regolamento, sono da considerarsi l’effettiva quota a numeri “nudi” (55.9 per cento nell’uno e nell’altro caso), e bisogna allora tener conto di altri parametri; per un’inezia passano i Barracuda, ed i Gulls restano al palo per la prima volta, zero possibilità di competere per la “Calder cup”. Molti i malumori, Julius Nättinen si ritrova con un bottino di quattro goal ed otto assist in 55 partite: poco per convincere, poco per poter discutere di futuro.

Una scelta per la vita – Scenario primo, a questo punto, l’ipotesi di rimanere da quelle parti: il che significherebbe altro contratto in Nhl. Difficile, se non improbabile. E Julius Nättinen, probabilmente ben consigliato, opta per il ritorno in Finlandia, proprio all’Jyväskylä. Dove stenta, nella stagione 2018-2019, 10 goal e 13 assist in 43 partite; e riesplode, per contro, nel torneo 2019-2020, 33 più 22 in 54 incontri, primato per numero di goal, terzo posto per numero di punti e quarto posto per media-punti, peraltro in collettivo lontano mille miglia dalle posizioni di vertice. Martedì 2 giugno 2020, con una comunicazione ufficiale, l’esercizio dell’opzione contrattuale per tornare a giocare all’estero. Un mese dopo, la firma in Leventina. Tranquilli: siamo già abbastanza convinti circa la scommessa, senza che all’ufficio-stampa dell’AmbrìPiotta avvertano il bisogno di alterare la narrazione e di truccare le cifre, vero?

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