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«Ho una bomba», e tenta di forzare il valico: preso. Era un falso allarme

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 21.41) Di un ordigno, a bordo dell’auto, nemmeno l’ombra; nell’abitazione del conducente, invece, le forze dell’ordine hanno trovato motivi più che bastevoli – leggasi alla voce “droga”: cocaina per 70 grammi, hascisc per 55 grammi, marijuana per circa un chilogrammo – all’iscrizione di addebiti supplementari a quello del procurato allarme, motivo di un venerdì pomeriggio da atto finale in “Convoy trincea d’asfalto” – ma a ruoli inversi rispetto a quelli del film – sul valico del Gaggiolo, territorio di Cantello (Varese) da una parte, territorio di Stabio dall’altra. Quel che conta: a) nessuno si è fatto male, non vi sono stati spari e non vi sono state esplosioni; b) l’uomo è stato identificato, fermato ed arrestato, ed egli consta essere un 40enne cittadino italiano con residenza in Malnate (Varese) e con rilevanti precedenti in contesto penale; c) pur con tutto il disagio generatosi a partire dalle ore 15.30 circa, e che per buone tre ore è stato causa del blocco del transito sia al varco turistico sia al varco commerciale (peggior momento nella settimana non vi sarebbe, vero?), è scattato ed ha funzionato a dovere il dispositivo di sicurezza nella ristretta fascia fra i due punti di controllo, Guardia italiana di finanza su un lato, doganieri sull’altro, nel mezzo – e sotto scacco – un soggetto circa le cui condizioni di salute mentale sono ora in corso accertamenti in sede idonea, ovvero ambienti ben sorvegliati al Pronto soccorso dell’Ospedale di circolo in Varese. Come dire che, sino a firma sul referto medico, il tizio rimarrà piantonato; poi, sull’uscita dal nosocomio, prima destinazione sarà l’ufficio del magistrato titolare del “dossier” di inchiesta.

Si dica, e la cosa ha da esser chiara, che ad un attentato, ad un’azione terroristica, ad un fatto che in qualche modo potesse anche solo avvicinarsi a vicende foriere di tragedia nessuno ha creduto, nemmeno per un istante. Ma i dispositivi sono rigidi esattamente perché ogni eventuale “interpretazione” porterebbe ad un errore o, quantomeno, alla formazione di una sacca di rischio e di incertezza; ecco perché, nel mentre del coordinamento tra un fronte e l’altro del confine, ingenti forze dell’ordine si aggiungevano a quelle di stanza sul lato italiano, blocco della circolazione sui due sensi di marcia (verso Varese e verso Viggiù) della Provinciale numero 3, oltre che sulla direttrice in prosecuzione da Cantello via frazione Ligurno e con intersezione sulla strada per Rodero; e lo stesso stava accadendo al di qua della frontiera, a frotte le pattuglie della Polcantonale in supporto alle Guardie di confine, disponibili a titolo preventivo anche i sanitari del “Servizio ambulanza Mendrisiotto”, chiarissimo il messaggio lanciato via “AlertSwiss” con invito ad evitare la zona in un raggio di almeno mezzo chilometro, ed ovviamente a cercare soluzioni alternative per il transito. Nessuno spazio per le incertezze: nella Gaggiolo italiana, agenti allineati, cordone sanitario, sgombero provvisorio in alcune attività e proprietà private, interrotto persino il flusso dei convogli sulla linea ferroviaria Mendrisio-Stabio-Varese; in attesa degli artificieri, giusto livello di tensione; e bisogna ammettere che un po’ di tempo effettivamente trascorse fra il momento dell’irruzione del Suv sul punto di valico – il guidatore era nervoso ed agitato, conseguente il sospetto da parte dei finanzieri – ed il primo intervento risolutivo, ossia l’ispezione del veicolo nell’area doganale e con l’ausilio di unità cinofile; seconda tappa, messa in sicurezza con trasferimento del Suv medesimo a breve distanza e qui l’esame con apposito “scanner”.

Responso, come detto, negativo in ogni direzione: né bomba né bombetta, ma solo l’urlo (e qualcuno prova a dire: un mormorio; e qualcun altro prova ad aggiungere: ma con quale tono?) di un tizio di cui si può dare per certo il non essere “compos sui”. Almeno, non era “compos sui” alle ore 15.30 circa di oggi, un venerdì per nulla ordinario nel mezzo millennio e più da che Gaggiolo è punto di cesura fra due Stati.