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Gran (brutto) Consiglio, niente inchiesta sul funzionario manolesta

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Non vi sarà una Commissione parlamentare di inchiesta sul caso del già alto funzionario del Dipartimento cantonale sanità-socialità colpevole del reato di coazione sessuale (così nella condanna di primo grado in sede penale, lo scorso anno) ai danni di una giovane che al funzionario stesso, nell’esercizio delle sue funzioni quale responsabile, si era rivolta. Quello che nelle premesse era dato come esito inevitabile dell’odierna seduta granconsiliare svoltasi ancora “extra moenia” in quel di Lugano, punto numero 22 di 22 e poi tutti a casa, rimarrà invece atto incompiuto: non solo sull’istanza non è stata raggiunta la necessaria maggioranza assoluta, ma la proposta di decreto istitutivo – così come da larghissima concordanza in seno alla Commissione granconsiliare gestione-finanze, ad inizio luglio una lunga teoria di firme in calce – è addirittura finito sotto nella votazione, 37 i favorevoli, 38 i contrari, otto gli astenuti. Se vi va, fate voi i conti e scoprite quanti in corso d’opera (o di discussione, o di resipiscenza, o di dubbio, o di suggerimento interessato da parte di terzi?) abbiano cambiato idea.

Furente Fiorenzo Dadò, esponente del Ppd dal quale era partita la richiesta di agire in profondità – e proprio per tramite di una commissione di inchiesta – al fine di stabilire se il noto ex-alto funzionario, identità non rivelabile ufficialmente tanto che egli è ormai noto quale Colui-Di-Cui-Tutti-Sanno-Ma (altra e più pertinente versione: Piccolo-Presentatore ossia Quasi-Millantatore-ore-ore), avesse goduto di coperture all’interno della medesima istituzione da parte di un altro ora ex-funzionario, incidentalmente suo correligionario quanto a fede politica: “Insabbiato in diretta lo scandalo degli abusi sessuali nell’Amministrazione cantonale. Giorno nero per la dignità delle vittime (altre due denunzie erano rimaste lettera morta in quanto presentate fuori tempo massimo, ndr), giorno nero per questa ennesima vittoria dell’omertà, da ringraziarsi vivamente ed a pari merito il venerando Partito liberale-radicale ticinese ed il Partito socialista”. Plrt e Ps, i cui deputati hanno fatto fronte comune con appoggio di quasi tutti i “Verdi del Ticino” e degli esponenti del Partito comunista; dall’altra parte Lega dei Ticinesi, Udc, Mps (in chiaro “distinguo”, tipologia “C’è modo e c’è un altro modo di stare a Sinistra”) e, per l’appunto, Ppd.