Tre membri della stessa banda di scassinatori, tutti di sesso maschile, tutti cittadini albanesi con residenza in Italia, tutti con precedenti specifici ed in età dai 29 ai 31 ai 38 anni, godono dalle scorse ore dello straordinario privilegio d’un letto e di un tetto in strutture carcerarie ticinesi essendo stati catturati dopo lunghe e tortuose ricerche: una cosa fu infatti l’identificazione dei soggetti quale esito dell’attività di indagine svolta in seno alla Polcantonale, un’altra l’andare a pescarli ove costoro si trovassero, secondo ordini internazionali di arresto emessi dalla magistratura ticinese; fra il primo e l’ultimo tintinnio di manette trascorsero dunque buone cinque settimane, indicativamente da fine ottobre ad inizio dicembre 2019, con interventi risolutivi in parte su suolo italiano ed in parte su suolo ungherese. Informazione di ritorno, estradizione, detenzione; secondo quanto figura nel “dossier” gestito dalla procuratrica pubblica Pamela Pedretti, a carico dei tre figurano addebiti quali furto aggravato (in quanto commesso in banda e per mestiere), ripetuto danneggiamento, ripetuta violazione di domicilio e violazione del bando per azioni criminose commesse fra gennaio ed autunno 2019 nel Malcantone.