Home CRONACA Fu contatto e non contratto: decreto di abbandono per il “caso-Sanvido”

Fu contatto e non contratto: decreto di abbandono per il “caso-Sanvido”

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Nessuna rilevanza penale – così preannunciano fonti del ministero pubblico in Lugano – circa la… mezza offerta inviata dal presidente dell’“Ente ospedaliero cantonale” ad un coprimario del “Cardiocentro”. Sino a che le due strutture restano in condizione di mutua terzietà, del resto…


Quod non est in libris non est in mundo: valeva ieri, vale oggi e varrà anche domani, il principio secondo cui legge scritta e prassi pragmatica – anche ad invasione del campo etico, sissignori – non vivono in connubio e nemmeno sono tenute a condividere tetto e letto. Si affloscia infatti e si sgonfia e finisce in briciole, davanti all’autorità inquirente, il “soufflé” alquanto piaciuto a parte della stampa che in un Sms di Paolo Sanvido (nella foto), presidente del Consiglio di amministrazione dell’“Ente ospedaliero cantonale”, aveva immaginato, teorizzato, sostenuto ed affermato la sussistenza di un progetto messo in piedi al fine di favorire una persona nella candidatura al ruolo di primario di Cardiologia (“ed altro”, così nel messaggio) in àmbito Eoc; progetto indirizzato, e qui il fulcro dello scandalo, a quel Giovanni Pedrazzini che è al momento coprimario del “Cardiocentro”, ovvero della struttura che taluni vorrebbero far acquisire alla dotazione dell’Eoc medesimo mentre altri rivendicano come indispensabile l’autonomia e la gestione dell’ente. 

Ebbene: ad avviso del procuratore generale Andrea Pagani, “sulla scorta di un attento esame degli atti acquisiti” mancano “elementi costitutivi del reato (…) di tentato abuso di autorità”, ex-articolo 312 del Codice penale svizzero; come dire che nulla di illecito si ravvisa se Tizio che opera in nome e per conto di una realtà manda due righe a Caio che si trova sott’altro ombrello d’impresa. Concorrenza sleale, aveva teorizzato – e sapendo bene di andare “lungo” nella valutazione – Marco Bertoli in qualità di legale del “Cardiocentro”; se si trattasse o no di un’offerta di lavoro – argomento questo sul quale negli ultimi 10 giorni sono state spese speculazioni d’ogni genere, e di rado dettate da interpretazione ai sensi della legge – in realtà poco importa, l’Eoc risponde di certo ai cittadini anche per gli impegni di spesa e di investimento (nel caso particolare, su una figura professionale) ma in nessun modo sarebbero stati violati, in un secondo tempo, i fondamentali d’uso nella contrattualistica. Nei fatti: istruzione penale in fase ultima, decreto di abbandono in vista, ovviamente concessa la facoltà di inoltro – tempo qualche giorno – di eventuali istanze probatorie. Improbabili, se si pretende un “di più” rispetto a quel che è già stato fornito.

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