S’ha l’abitudine di pensare che il “Teletext” in qualsivoglia sua espressione (italiana, francese, tedesca) sia rivolto primariamente ad un lettore-fruitore-utente svizzero che vive in Svizzera o ad un soggetto almeno residente o domiciliato o dimorante in Svizzera o ad uno svizzero che vive fuori dalla Svizzera; o, in ultima istanza, a qualcuno che verso la Svizzera manifesta un interesse di carattere almeno conoscitivo. Ergo, se sul “Teletext” compare il titolo “Tre Cantoni sono zona rossa”, possiamo anche passar sopra al’ellissi dell’elemento causale (che è poi il Covid-19), ma non avremo dubbi sulla natura della notizia, e cioè circa l’avvenuta collocazione di tre Cantoni in “zona rossa” – a mo’ di esempio, per determinazione delle autorità politiche dei singoli Cantoni ed in accordo con i vertici dell’Ufficio federale sanità pubblica – con tutte le conseguenze del caso (non si entra e non si esce, per dire). Tanto di più perché, nel rimando alla pagina 107 del “Teletext” italiano, troviamo la reiterazione e la riaffermazione del titolo in una sua variante, cioè “Vaud, Vallese e Ginevra (sono) zona rossa”, dal che il messaggio risulta – se ci passate l’espressione – “svizzero” e destinato a svizzeri, e come tale assai allarmante. Ma poi, alla lettura del testo, le cose cambiano radicalmente: in “zona rossa”, infatti, i tre Cantoni figurano secondo un elenco pubblicato sul sito InterNet degli Affari esteri. Non della Svizzera, ma del… Belgio. Colleghi del “Teletext”, a muso duro una domanda: siete arrivati ai trucchetti da “acchiappaclick”, e nemmeno vi accorgete di aver sparso paura e seminato terrore?