Notevoli ed estesi sono i diritti della pubblicità, ossia di una campagna pubblicitaria e di coloro che la inventano e di coloro che la realizzano e di coloro che – da committenti – la approvano; e, difatti, liberamente accettiamo che la pubblicità ci racconti solo un 10 per cento di verità avvolta, nella migliore delle ipotesi, in un 90 per cento di aria fritta. Soglia tra accettabile e non accettabile è tuttavia la lesione di una sensibilità; e, nella campagna di affissioni di cui viene qui proposta un’immagine la soglia risulta di gran lunga e malamente superata. Non ci vengano a raccontare che si tratterebbe di una provocazione, o di una carezza in un pugno, o di un approccio diverso al problema della demenza senile e di uno sguardo diverso – dolce, caritatevole, amorevole – verso coloro che dalla demenza senile sono affetti; non ci provino nemmeno, ché l’arsenale di argomenti pronti basterebbe per seppellirli. Questa campagna, pertinente a nota compagnia assicurativa, è semplicemente indegna, irrispettosa e brutalmente commerciale. Ma è vero, si parla di un demente: l’autore.