Poderose, ponderose e reboanti le felicitazioni di Palazzo delle Orsoline a Bellinzona, in nome “di tutta la popolazione ticinese” che non è detto che confermi con pari entusiasmo per quanto et cetera, ad Ignazio Cassis in qualità di neopresidente della Confederazione. Nella nota ufficiale, sottolineatura – tesi unilaterale – circa la soddisfazione per un “evento istituzionale che per il Canton Ticino è da considerarsi non periodico e non scontato” (in effetti, a Stefano Franscini – che era Stefano Franscini – andò da schifo). Poi, testuale: “La prestigiosa elezione conferma l’attenzione dell’Assemblea federale verso le diverse componenti culturali e linguistiche del Paese”. L’“attenzione”? Già dimenticati i quasi 20 anni in cui passavamo per stupidotti venuti giù dalla piena ogni volta che si provava a rivendicare la necessaria – e costituzionale – continuità di un rappresentante della Svizzera di lingua italiana in Consiglio federale?