Le pubbliche relazioni nel mondo istituzionale sono una gran bella cosa: aprono canali di contatto tra vertici di un ente e pubblico (i lettori, per quanto ci riguarda direttamente), forniscono una visione sui fatti, generano correlazioni e confronto. Talvolta, e tuttavia, la frizione scappa. Ieri, in coincidenza con l’inaugurazione ufficiale dell’“Ecocentro” di Ascona, venne detto che tale struttura – in realtà già operativa da parecchi mesi – “ha riscosso il pieno gradimento da parte degli asconesi”; attestazione coraggiosa ma, ahinoi, per nulla comprovata dall’esperienza, e si direbbe anzi che parecchia perplessità ha suscitato (saranno stati episodi, per carità; ma parecchi, e ripetuti nel tempo) il comportamento scostante di almeno uno tra gli addetti al servizio di accoglienza degli utenti. A far sorridere è poi la pretesa contenuta nella dichiarazione del progettista: “L’“Ecocentro” viene anche vissuto come un luogo di aggregazione, dove la popolazione si incontra ed ha la possibilità di interagire con gli operatori comunali, e quindi è molto di più di un luogo di raccolta rifiuti”. Luogo di aggregazione, una piattaforma ecologica? Interazione con gli addetti al servizio? Ma non ditene più, dai.