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Bedano-Gravesano, matrimonio mancato e progetto abbandonato

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Manca la sola ratifica in sede di Legislativo cantonale, ma la questione è da considerarsi archiviata, ancorché suscettibile di recupero – in eventuale e più ampio contesto – nel volgere di qualche anno. Con valutazione espressa durante l’ultima seduta in data di mercoledì, i membri del Consiglio di Stato hanno messo definitivamente sul binario morto un progetto di aggregazione tra il Comune di Bedano ed il Comune di Gravesano, progetto già venuto alla luce sotto incerti auspici e, in ultimo, liquidato sotto la mannaia della votazione consultiva a metà ottobre 2020, quando emerse il “no” maggioritario (55.54 per cento) dei cittadini di Gravesano pur in compresenza di un buon 80 per cento di consenso da parte dei dirimpettai di Bedano. Non un dramma per le comunità e non un dramma, sia detto, nemmeno per chi al Dipartimento cantonale istituzioni ha sostenuto e continua a sostenere una politica di aggregazioni orientata a ridurre i centri decisionali sul territorio: sia Bedano sia Gravesano – così Bellinzona governativa a commento dell’abbandono dell’aggregazione – “erano e rimangono autonome sia dal profilo finanziario sia dal profilo amministrativo”, ed inoltre “in grado di assolvere i propri compiti istituzionali”. Morale: amen e pace, istanza nel tritacarte, in Gran Consiglio si confermi.

La prospettiva di un’aggregazione, volendosi ben vedere, rimane sullo sfondo con lo scenario denominato “Malcantone est”, secondo “Piano cantonale aggregazioni”: 11 i Comuni individuati quale comprensorio, in pratica da Torricella-Taverne in discesa lungo la valle del Vedeggio e sino ad Agno, con copertura del residuo territorio malcantonese. Operazione non facile, tesi concettualmente da interpretarsi, ma chissà.