Prima fu Nicola Respini, ma d’accordo, qui c’era di mezzo l’elezione alla guida della Corte reclami penali. Oggi un’altra figura si annuncia partente dagli ambienti del ministero pubblico: con effetto da fine maggio 2022, nel senso che erano da rispettarsi i tempi tecnici per l’atto formale e così è stato fatto con giusto margine sovrabbondanziale rispetto ai sei mesi canonici, dai ranghi uscirà Arturo Garzoni, nome che qualcosa conta in quanto capoprocuratore pubblico. Avrà 60 anni, al momento di chiudere i cassetti per l’ultima volta, Arturo Garzoni, la cui scelta – resa pubblica nelle scorse ore – rientra sotto le specie del pensionamento anticipato, amministrativamente parlandosi, ed è stata “a lungo ponderata” e pertiene “a ragioni di natura privata”. Ragioni che si rispettano, pur dovendosi anche dire che esiste un tempo per seminare, esiste un tempo per raccogliere ed esiste un tempo per godersi il beneficio – nel senso di esperienza e competenza – del raccolto, e forse verrà perso il meglio. Formazione all’Uni Zurigo, laurea nel 1988, brevetto di avvocato nel 1991 e brevetto di notaio nel 1995, Arturo Garzoni era entrato al servizio della magistratura su elezione quale procuratore pubblico nel dicembre 2000. Del futuro, che si augura lungo e prospero, non si sa; un’ipotesi, tuttavia