Home CRONACA Aeroporto, dado tratto e gestione al capolinea. Lasa pèrd

Aeroporto, dado tratto e gestione al capolinea. Lasa pèrd

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Spina staccata. Si spegne sul mezzodì del terz’ultimo giorno dell’aprile 2020 la storica avventura dell’aviazione civile di linea a Lugano: voli ci saranno ancora, perché l’aria esiste ed è libera, ed aeromobili d’ogni genere – compresi quelli ancora da inventarsi, si spera – appoggeranno ancora le ruote su quella striscia di asfalto circondata dal verde; ad accoglierli ed a lasciarli ripartire non saranno però mani pubbliche. Niente Città di Lugano, niente Cantone, niente Città di Lugano più Cantone, quali che fossero le quote di compartecipazione (87.5 e 12.5 per cento rispettivamente) e quali che esse sarebbero dovute essere (60 e 40 per cento rispettivamente, sull’effetto degli accordi che erano stati avallati nelle due sedi istituzionali, con ricapitalizzazione e provvidenze funzionali a coprire i sicuri “deficit” degli anni a venire); la fine del percorso è stata decretata in sede di assemblea degli azionisti, confermata l’unica linea che era stata dichiarata possibile – scioglimento e messa in liquidazione della “Lugano airport Sa-Lasa” – dopo che ad una crisi già conclamata si erano aggiunti gli effetti devastanti del “lockdown” da Covid-19. Paralisi quasi completa, una fatica anche l’accendere qualche luce per dare allo scalo una parvenza di vita. E stipendi da pagarsi, o da mettersi in conto, e dipendenti allarmati, preoccupati, disperati.

Gli atti, ormai mera formalità dopo che nessuna colonna di soccorso si è affacciata all’orizzonte: identificazione del commissario liquidatore (che era già in essere, nella persona dell’avvocato Emanuele Stauffer) sulla revoca del Consiglio di amministrazione, un mese di effettiva sospensione, e ad inizio giugno l’avvio del percorso che dovrebbe condurre – dovrebbe – al passaggio nelle mani di investitori interessati a dare un futuro all’area. Un consorzio, secondo l’ipotesi più accreditata; dietro le quinte gode in effetti di una certa credibilità la tesi secondo cui una soluzione salvifica (anche per i posti di lavoro, ma almeno 40 su oltre 70 sono destinati a “saltare”) sarebbe stata condizionata all’uscita di scena degli attori pubblici; in altre parole, nessuna offerta concreta si sarebbe mai materializzata qualora fosse rimasta sul terreno una società di gestione qual è, o ormai era, la “Lugano airport Sa”.

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