Home POLITICA A margine / È “Réservé”. Sicuro: al signor presidente-candidato

A margine / È “Réservé”. Sicuro: al signor presidente-candidato

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Se è credente, Massimo Suter candidato Plr al Gran Consiglio e già nel pubblicare questa evidenza gli si sta facendo pubblicità aggratisse, in queste ore preghi forte, e preghi tutti i santi che pensa di avere dalle parti del Paradiso, e se ne faccia prestare qualcuno dagli amici. Preghi forte affinché sia premiata nelle urne la sua ambizione di entrare nell’emiciclo di Palazzo delle Orsoline sponda Legislativo; ché, in caso di mancata elezione e peggio che mai di un risultato qual fu quello di quattr’anni or sono, quando finì 21.o tra i subentranti cioè a metà classifica, non giureremmo nemmeno sulla sua stabilità nel ruolo di presidente della “GastroTicino”. Tira aria grama, su Massimo Suter, dopo questa campagna: vuoi per quanto qui raccontato sull’utilizzo della “GastroTicino” come base (logistica e di cassa) per la propria candidatura; vuoi per il fatto che, senza un esplicito coinvolgimento degli iscritti (quelli che pagano quote, se dobbiamo essere pragmatici, per aver voce in capitolo sui temi riguardanti il mondo dell’albergheria e della ristorazione), uno ha deciso che fosse da sostenersi una sola candidatura, e cioè la sua, come se tra i circa 2’000 associati non figurassero altri esercenti ed operatori qualificati (e magari, lo si sostiene con qualche competenza sulle strategie, l’operazione più intelligente sta nel trovare non già un candidato interno, ma alcuni referenti di vario orientamento politico e con i quali dialogare in modo assiduo, al fine di avere non un semplice terminale ma più persone che sappiano declinare le esigenze ed i desideri della categoria in contesto opportuno e con sensibilità).

Argomento esaurito, direte, sulla scorta dei due punti sopra esposti. Lo si credeva, e no, macché, senza nemmeno che il cronista sia dovuto andare a cercar notizia. Sotto mano càpita infatti, in queste ore, l’ultimo numero del periodico “Réservé”, da tre anni piacevole presenza editoriale su cui dovrebbe convergere l’attenzione di quanti siano impegnati in uno specifico àmbito, et cetera. Di che rimanere secchi: c’è un’intera “Sezione elezioni”, il che – editorialmente parlandosi – stona quanto stonerebbe una rubrica di cucina povera sul trimestrale dedicato all’astronomia; e, per di più, la “Sezione elezioni” è un semplice manifesto elettorale per il solo presidente Massimo Suter. Massimo Suter qui, Massimo Suter là, Massimo Suter intervistato (da penna esterna, la quale avrà giustamente richiesto un guiderdone per l’opra prestata); soprattutto, Massimo Suter fotografato in ogni posa (statica, plastica, staticoplastica, plasticostatica, dal basso verso l’alto, fors’anche dall’alto verso il basso, di sguincio, da un lato, dall’altro; manca solo la versione in realtà aumentata) e Massimo Suter didascalizzato in ogni forma. Didascalizzato e basta? Si specifica: didascalia o dicitura è quella che riga che nei quotidiani e nella stampa “in genere”, ad un tempo, era sempre giustapposta ad un’immagine come suo complemento informativo; qui i testi delle dicascalie sono invece proposti a dimensione di carattere (dicesi “corpo”) simile a quello dei titoli, in galleggiamento nelle pagine bianche, hai visto mai quale impatto sul pubblico che è poi, di principio, il ristoratore o il gerente di un bar o l’albergatore, essendo rari gli ospiti-clienti che, dovendo ingannare l’attesa dell’antipasto, si mettono a sfogliare le pagine della rivista di categoria, per quanto fascinosa e patinata essa possa essere. Sull’intervista in sé non si dice nulla, sapendo ad ogni modo sia il volgo sia il clero che in editoria il contenuto è per buona misura determinato dal contenitore, e dunque sarà difficile che sul mensile di un’associazione per la tutela del camoscio esca l’inserzione pubblicitaria dell’armeria con l’annuncio di sconti straordinari per le cartucce; si immagina tuttavia che, prima della pubblicazione, sostantivi ed articoli ed aggettivi ed avverbi siano stati vagliati a quattr’occhi anziché due, e magari gli occhi erano anche sei.

Oh, non siamo nati ieri, e per stupirci serve altro; non ci fa specie (ma la fa ai versatori di oboli in nome dell’adesione alla “GastroTicino”) che sul periodico sia dato spazio al presidente-candidato pur per volontà del solo presidente-candidato; non ci fa specie (ma la fa ai versatori di oboli, ut supra) che il trattamento sia stato spudoratamente di favore; non ci fa specie (ma la fa ai versatori di oboli, et cetera) che sia stata messa in campo una candidatura già rivelatasi poco emozionante in altra occasione; non ci fa nemmeno specie (ma la fa ai versatori di oboli, si reitera) che nel mezzo delle affermazioni di Massimo Suter siano comparse “distrazioni” coincidenti con mezze verità che si traducono in false impressioni destate. Fa specie, per contro, la determinazione autocratica nel regalarsi opportunità e spazi, e quali spazi: per la sola intervista con corredo iconografico ed elencazione di meriti e didascalie che sono poi la riedizione di quanto scritto nell’intervista medesima, causa esaurimento di inventiva, se non si è calcolato male, 17 pagine. 17 pagine, un fascicolo intero, in pratica. “Sezione elettorale” tutta dedicata ad un uomo che si pone solitario al comando, sulla tolda, per sfidare la sorte e le procelle. 17 pagine, già. 17 pagine che tuttavia, e finalmente, ci rendono equa spiegazione della testata del periodico: “Réservé”, pour lui, monsieur le Président.

Post scriptum – Un interrogativo rimane in sospeso. Tutta questa potenza di fuoco per un nemmeno probabile seggio in Gran Consiglio? Ma se avesse voluto puntare al Governo, che si sarebbe inventato, Massimo Suter?