Sul sito InterNet personale c’è una tabella con l’elenco degli impegni: “Giovedì 29 luglio, ore 12.00-13.45 in Svizzera, qualifiche 100 delfino; venerdì 30 luglio, ore 3.30-5.00 in Svizzera, eventuale semifinale 100 delfino; sabato 31 luglio, ore 3.30-5.00 in Svizzera, eventuale finale 100 delfino”. Una volta “eventuale”, una seconda volta “eventuale”, ma non più così nel segno della storia: non solo è arrivato in semifinale, non solo è approdato alla finale, ma ha anche staccato una clamorosa medaglia di bronzo, Noè Ponti da Locarno in Gambarogno, anni 20 compiuti all’inizio di giugno, alle Olimpiadi in corso di svolgimento a Tokyo. Ieri, “record” svizzero con margine di 39 centesimi su… sé stesso, dicembre 2020; oggi, di nuovo “record” svizzero, 50.74, limati altri due centesimi; ed è come dire 73 centesimi meglio di Michael Phelps quando strappò il primato ad Andrij Serdinov (luglio 2003), e 24 centesimi meglio di Ian Crocker al suo emergere da nuovo dominatore. Per imporsi in finale, nella vasca lunga dell’“Olympic aquatics centre”, il mostruoso Caeleb Dressel ha dovuto sfoderare una prova fuori dal mondo: passaggio in 23.00 ai 50 metri, “record” in 49.45 (miglioramento di cinque centesimi rispetto a quanto ottenuto ai Mondiali 2019 di Gwangju, Corea del sud) avanti a Kristóf Milák in 49.68, nuovo primato europeo.